Virtù che i biancocelesti hanno messo in campo sin dall’inizio. E poco importa che sia stata la Dea a mettere per prima la testa avanti. Il gol di Petagna è stato un lampo a ciel sereno. Figlio della filosofia laziale, dedita all’attacco e, di conseguenza, incline alle sbandate difensive.
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Finalmente un Petagna un pò più cattivo in area |
Atalanta zoppicante sulle corsie, inesistente in mezzo. Perlomeno nella prima fase di match. Konko, in quel ruolo, non c’entra nulla. E che sia entrato Grassi, non me ne voglia il francese, è stato solo un bene. Perché la squadra ha raggiunto maggiori equilibri. Grassi-Freuler è una coppia poco estrosa e formata da giocatori molto simili, ma, almeno, dà spessore al reparto. E densità. Soprattutto considerando le continue verticalizzazioni dei padroni di casa.
La forza della Lazio, applausi a Inzaghi, sta proprio nell’alternare il gioco sulle corsie a delle rasoiate centrali che spaccano il campo in due. Hanno gli uomini giusti per farlo: Biglia detta la traccia, Parolo e Milinkovic si inseriscono, Immobile sa sia fare la sponda sia buttarsi negli spazi.
Ne scaturiscono continue occasioni. Altresì perché i biancocelesti non cambiano atteggiamento dopo essere andati sotto. L’1 a 1 firmato da Milinkovic-Savic, che nella ripresa si mangerà almeno altre due chances, non ha fatto altro che rimettere le cose come dovevano stare.
Meglio: è stato il rigore del 2-1 di Immobile, su gentile erroraccio di Berisha, a dare alla Lazio ciò che meritava.
Sorpasso arrivato al termine di un inizio di ripresa divertente e dai ritmi elevati. Reparti lunghi, squadre mai timide e un Gomez finalmente in palla. Il risveglio del Papu basta per regalare ai nerazzurri qualche palla buona, ma la consistenza degli attacchi laziali è ben diversa. E, come detto, il destino ripaga gli uomini di Inzaghi. Tra l’altro, obbligato dall’arbitro a vedersi parte del match dalla tribuna. Poco dopo lo raggiungerà Gasperini.
Gli ingressi di D’Alessandro e Paloschi ridisegnano l’Atalanta, ma non cambiano il finale. Anzi, più vicina la Lazio al 3-1 che la Dea al pareggio.
E così finisce, con un sincero 2-1, un vero scontro diretto tra le due squadre più sorprendenti del campionato. Entrambe meritano di stare dove stanno; entrambe meritano di sognare in grande. La Lazio, forse, un pizzico di più.
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