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domenica 11 dicembre 2016

L'Atalanta perde con l'Udinese: una domenica ingiusta


Non avrei digerito un pareggio; figuratevi una sconfitta.

Il calcio sa essere crudele, e l’Udinese sa di aver raccolto molto più di quanto meritato.

L’Atalanta ha dominato, in lungo e in largo. Secondo logica, un match da 3-0 casalingo. Senza discussioni.

Qualcosa da recriminare a Gasperini e ai suoi? No. Neanche per sogno. Nemmeno il banale: “Se crei così tanto, devi concretizzare e chiuderla. Altrimenti...”. Ci hanno provato, in tutti i modi. Ma Karnezis e la sfortuna hanno risposto picche. Mentre agli avversari è bastata un’azione, al 44’ del primo tempo, per sbloccare una partita che, sino a quel momento, li aveva visti sparring partner. Boccheggiante e alle corde.

Bravo e tenace Zapata. Punto.

Gagliardini è tornato. E la sua presenza si è fatta sentire.
Non accetto la versione di "un’Udinese saggia e attendista", tutta chiusa in difesa e pronta a ripartire. Semplicemente, quelli di Del Neri non hanno giocato. Non l’anno mai vista, nemmeno da lontano.
Gli è andata di lusso sin dal primo minuto. Basta sintetizzare la fase centrale della prima frazione per capire come stavano andando le cose: miracolo di Karnezis su Caldara al 15’; altra paratona su Petagna al 16’; incredibile traversa di Kurtic al 20’; Conti vicino al gol al 24’; Danilo salva sulla linea al 41’.

Quattro minuti dopo, lo 0-1.

Uno svantaggio che i nerazzurri vivono con un profondo sgarbo. Da restituire subito. Kurtic lo fa. Sono passati centoventi secondi dall’inizio della ripresa e tutto pare indirizzarsi sulla giusta strada: Atalanta che prosegue col suo dominio e udinesi giustamente perdenti.

Arrivano altre occasioni e si rivede la trama del primo tempo. Continua a mancare, però, sto benedetto gol del sorpasso. E il rasoterra a fil di palo di Perica fa capire che, forse, il nuovo sgambetto è dietro l’angolo. La Dea ci prova, ma l’altra Dea, quella bendata, ha baciato gli ospiti. E il loro portiere greco, che salva un quasi autogol di Widmer.

Poi, come sul primo vantaggio, ecco il fulmine a ciel sereno: 1-2 firmato Fofana. Rete tanto bella quanto immeritata. 

Di fatto, ha chiuso la possibilità di vivere il pomeriggio con il sorriso. Ripeto: un punticino non avrebbe ribaltato gli umori. Giusto, allora, buttarsi tutti in avanti, esponendosi ai contropiedi. Il gol di Thereau viene di conseguenza.

Peccato. Peccato per davvero. Perché mi sarebbe piaciuto spendere più parole per un’Atalanta ancora bella e convincente, che ha interpretato la domenica al meglio. E dei suoi singoli, da pagella alta, se non altissima.

Ingiustizia (solo sportivamente parlando) è stata fatta. 

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