Non avrei digerito un pareggio; figuratevi una sconfitta.
Il calcio sa essere crudele, e l’Udinese sa di aver raccolto
molto più di quanto meritato.
L’Atalanta ha dominato, in lungo e in largo. Secondo logica,
un match da 3-0 casalingo. Senza discussioni.
Qualcosa da recriminare a Gasperini e ai suoi? No. Neanche
per sogno. Nemmeno il banale: “Se crei così tanto,
devi concretizzare e chiuderla. Altrimenti...”. Ci hanno provato, in tutti i modi. Ma
Karnezis e la sfortuna hanno risposto picche. Mentre agli avversari è bastata
un’azione, al 44’ del primo tempo, per sbloccare una partita che, sino a quel
momento, li aveva visti sparring partner. Boccheggiante e alle corde.
Bravo e tenace Zapata. Punto.
Gagliardini è tornato. E la sua presenza si è fatta sentire. |
Non accetto la versione di "un’Udinese saggia e attendista",
tutta chiusa in difesa e pronta a ripartire. Semplicemente, quelli di Del Neri
non hanno giocato. Non l’anno mai vista, nemmeno da lontano.
Gli è andata di lusso sin dal primo minuto. Basta sintetizzare la fase centrale della prima frazione per capire come stavano andando le cose: miracolo di Karnezis su Caldara al 15’; altra paratona su Petagna al 16’; incredibile traversa di Kurtic al 20’; Conti vicino al gol al 24’; Danilo salva sulla linea al 41’.
Gli è andata di lusso sin dal primo minuto. Basta sintetizzare la fase centrale della prima frazione per capire come stavano andando le cose: miracolo di Karnezis su Caldara al 15’; altra paratona su Petagna al 16’; incredibile traversa di Kurtic al 20’; Conti vicino al gol al 24’; Danilo salva sulla linea al 41’.
Quattro minuti dopo, lo 0-1.
Uno svantaggio che i nerazzurri vivono con un profondo
sgarbo. Da restituire subito. Kurtic lo fa. Sono passati centoventi secondi
dall’inizio della ripresa e tutto pare indirizzarsi sulla giusta strada:
Atalanta che prosegue col suo dominio e udinesi giustamente perdenti.
Arrivano altre occasioni e si rivede la trama del primo
tempo. Continua a mancare, però, sto benedetto gol del sorpasso. E il rasoterra a fil di palo di Perica
fa capire che, forse, il nuovo sgambetto è dietro l’angolo. La Dea ci prova, ma
l’altra Dea, quella bendata, ha baciato gli ospiti. E il loro portiere greco,
che salva un quasi autogol di Widmer.
Poi, come sul primo vantaggio, ecco il fulmine a ciel
sereno: 1-2 firmato Fofana. Rete tanto bella quanto immeritata.
Di fatto, ha
chiuso la possibilità di vivere il pomeriggio con il sorriso. Ripeto: un
punticino non avrebbe ribaltato gli umori. Giusto, allora, buttarsi tutti in
avanti, esponendosi ai contropiedi. Il gol di Thereau viene di conseguenza.
Peccato. Peccato per davvero. Perché mi sarebbe piaciuto
spendere più parole per un’Atalanta ancora bella e convincente, che ha
interpretato la domenica al meglio. E dei suoi singoli, da pagella alta, se non
altissima.
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