Scrivo con difficoltà, perché ancora mi tremano le mani.
Gli ultimi 30 minuti di Atalanta-Roma sono stati
incredibili, magnifici. Li ho vissuti in totale apnea, tanto che ho smesso di
prendere appunti.
E sì che ero contento già sull’1-1. Anzi, forse addirittura
prima, anche in svantaggio. Sapere che la Dea se la può giocare alla
pari con la Roma, questa Roma, è già un risultato pazzesco.
Partita da tripla. Sulla carta e sul campo. Anche se le
sensazioni non erano delle migliori. Mettici la legge dei grandi numeri e,
novità per l’Atalanta, i tanti giocatori rientranti dalle Nazionali. Premio
alla bontà della stagione che, però, avrebbe potuto restituire a Gasperini
uomini un po’ fiacchi fisicamente, o mentalmente scarichi e appagati.
Pochi minuti e le mie paure erano già cosa vecchia.
Marcature asfissianti, baricentro altissimo, lucidità, inserimenti e "garra":
tutto come nelle ultime settimane di puro delirio.
Qualche novità c’è stata, negli interpreti e nella disposizione:
Zukanovic a sinistra e Spinazzola a destra, il Papu stranamente lontano dalla
sua mattonella e Kurtic a sostituirlo. Formazione insolita, che non ha
portato scompensi, ma nemmeno convinto del tutto. E il ritorno all’antico, nel
secondo tempo, ha confermato che anche Gasperini, forse, non ha amato la propria
scelta. Capire di dover cambiare in corsa, e farlo senza timore è, senza dubbio, un suo pregio.
Nonostante le mosse un po’ a sorpresa, nerazzurri
quadrati, attenti e “sul pezzo”. Gagliardini un gigante.
Gagliardini: fenomeno a tutto campo (foto dal web) |
Però la Roma è squadra tostissima, veloce e
zeppa di qualità. Parte pianino e si abbassa. Nel frattempo, studia
l’avversario. Sino a quando scopre il punto debole atalantino: il mismatch Zukanovic-Salah. L’egiziano
è una scheggia, mentre il bosniaco fa quello che può. E Masiello non può
arrivare ovunque. I giallorossi, oggi in bianco, capiscono di poter avere vantaggio e affondano proprio
lì.
L’ala romanista sbaglia una, due, tre volte. Ma la Roma, dopo
30 minuti, ha il match in mano.
E colpisce, sfruttando il grande lavoro di Dzeko e
l’ennesimo inserimento di Salah. Rigore netto, Perotti non sbaglia ed è 1-0.
Gli uomini di Spalletti non la chiudono subito: un
errore che, con questa Atalanta, non puoi permetterti. Soprattutto
a Bergamo.
Gasperini sistema i suoi, con Gomez a sinistra e
D’Alessandro al posto di Masiello, nella posizione di Zukanovic (che scala
centrale). Poi Kessiè laterale destro e Freuler in mezzo. Ora sì che è una Dea
più riconoscibile. E la musica cambia…
I padroni di casa si catapultano in avanti. A vita persa, ma con ordine e
incredibile efficacia. Anche perché corrono il doppio, vincono tutti i
contrasti e sono su tutti i palloni.
Fioccano calci d’angolo e occasioni, col Papu che e
D’Alessandro che infiammano la loro fascia, mentre Kessiè fa ciò che vuole di
Bruno Peres. Caldara ci mette la faccia, letteralmente: 1-1.
Una squadra provinciale e “normale”, a questo punto, si
accontenterebbe del pareggio. Non l’Atalanta. La classifica è ottima, il morale
alto, l’inerzia della partita dalla tua e l’autostima alle stelle. Scenario
perfetto per l’ennesima impresa.
Kessiè sfonda, ma è sfortunato. Freuler fa gridare al gol,
ma è palo. Che finisca davvero con una X? No. Perché Gomez fa impazzire
Paredes, che allunga la gamba e regala il rigore a poco dal termine.
Franck Kessiè ha 19 anni, ma l’atteggiamento di chi crede
molto, moltissimo, in se stesso. Se lo prende lui il penalty, e spiazza
Szczesny. 2-1. Saluto del soldato sotto la curva.
Kessiè: ancora lui!! (foto dal web) |
Nella testa di ogni tifoso atalantino, un bel nulla. Solo emozione, di pancia. “Largo ai sogni senza paura, cavalchiamo questa avventura”.
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