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venerdì 12 agosto 2016

A #Rio2016 si parla tanto del "Pan di Zucchero": scopriamo cos'è il famoso Pão de Açúcar e perchè si chiama così


Olimpiadi 2016: sport, emozioni, atleti, medaglie, vittorie, sconfitte e tante storie da raccontare. Ma anche, è soprattutto, Rio de Janeiro. Con il suo mare vivace, le prepotenti foreste e gli inconfondibili colori della città, la capitale brasiliana sta onorando l'impegno.
Uno spettacolo nello spettacolo. Stupendo veder gareggiare tra gli scenari naturali che solo Rio può regalare. Da Copacabana a Ipanema, passando per Vista Chinesa (punto chiave della gara di ciclismo). E molto altro ancora.
E sullo sfondo, ovviamente, lo sguardo attento del Cristo Redentore sul Corcovado e del Pan di Zucchero. Sì, il Pão de Açúcar di cui tanto si parla. Se, infatti, della più famosa statua di Rio sappiamo perlomeno qualcosina, poco ci è noto di quel caratteristico colle che sorge nella Baia di Guanabara. 
 
L'inconfondibile Pan di Zucchero (foto dal web)

Cominciamo dal nome: perché “Pan di Zucchero”? Ci sono due versioni: la prima, anche piuttosto scontata, si rifà alla caratteristica forma, simile a quella che contraddistingue un cumulo di zucchero durante la sua lavorazione; la seconda, invece, si ricollega all’espressione indigena per dire “alta collina”. In pratica, suonava simile a “Pão de Açúcar”. In lingua Tupi (la popolazione originaria della Baia di Guanabara), difatti, una "alta e isolata collina" si diceva “Pau-nh-açuquã". Poi arrivarono i portoghesi con  “Pão de Sucar”, quindi i francesi con “Pot de Sucre”. Infine, seguendo le regole dell'antico portoghese, "Pão de Açúcar", pronunciato “Pão de Assucar”.

Rio è impreziosita da molti morros, ovvero colline, su cui si stagliano le famose, sterminate, coloratissime e intense favelas. Delle pendici che racchiudono la città in una sorta di arena naturale. Tra i morros, il Pan di Zucchero è sicuramente il più famoso. Così tanto che diverse aziende ne hanno utilizzato l’immagine (o anche solo la “silhouette” per le proprie campagne pubblicitarie. 

E’ un vero e proprio monolite formatosi circa 600 milioni di anni fa, quando Africa e America del Sud si divisero. Col tempo, superate le diverse trasformazioni, ha raggiunto la conformazione attuale: 396 metri, pendici che si tuffano nell’Oceano e due versanti molto diversi tra loro. Infatti, mentre il lato sud si gode la verde mata atlantica (la tipica foresta equatoriale brasiliana), quello nord è spoglio e brullo.

Ed è proprio ai piedi di questa montagnuzza dai due volti che Estacio de Sa’ fondò il primo nucleo della città. Era il primo marzo 1565, e quella che oggi, è la capitale carioca, allora consisteva in una semplice struttura difensiva. Quella data, però, non è mai stata dimenticata: è tutt'ora il giorno della celebrazione della nascita di Rio.

Dunque, tutt’altro che solo un sensazionale sfondo da cartolina. Il Pão de Açúcar ha significato molto nella storia di Rio, tanto da averne "segnato il volto".

Raggiungibile a piedi o in funivia, il Pan di Zucchero regala una straordinaria vista sulla città, la Baia di Guanabara, l’Oceano Atlantico e tutto la stupenda natura che circonda la zona. Da un lato, la veduta sulla magica Copacabana, inconfondibile e quasi leggendaria; dall’altro, Botafogo e il centro di Rio, con le spiagge, gli inconfondibili edifici e la magica atmosfera verde-oro. 

La Baia di Botafogo vista dal colle (foto dal web)

La vista sulla Praia de Copacabana (immagine dal web)

Ma non è solamente una terrazza rimantica e mistica. Il colle è attivo, vivo e “coinvolgente”. Offre percorsi per escursioni, piuttosto semplici, per gli amanti del trekking, iniziative per gli appassionati di arrampicata, e, ai suoi piedi, quindi Praia Vermelha, lo scenario ideale per la pesca e gli sport da spiaggia. 


Quindi, se capitate dalle parti di Rio (e che bel capitare!!), non fatevi sfuggire l’occasione. A piedi o in funivia, salite sul Pan di Zucchero e godetevi uno degli scenari più accattivanti e celebri dell’intero Brasile. 

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