Sul numero de L’Espresso del 7 luglio potete trovare un
interessante articolo, a firma Emanuele Coen, dal titolo: “Tutta la bellezza
che ci è proibita”. Si parla di tutti quei luoghi che, a causa di conflitti,
tensioni interne o circostanze sfavorevoli di altro tipo, sono più o meno
sconsigliati ai turisti. Insomma, meglio non farci una vacanza.
Zone calde, in taluni casi caldissime: dalla Siria ad angoli di Tunisia e Algeria, dall’Egitto che non sia quello dei lussuosi resort,
alla Siria e il Mali. E molti altri…
Destinazioni che, in effetti, difficilmente troviamo
sull’agenda della famigliola tipo o della coppietta in cerca di un weekend
romantico. Ma solo per colpa di tutto ciò che di brutto accade. Questi Paesi,
infatti, nascondono tantissime bellezze.
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La mappa dei Paesi off limits. Rosso: sconsigliato l'intero stato / Giallo: sconsigliati alcuni siti (fonte Foreign Office/ The Telegraph) |
Tra le Nazioni off limits, anche lo Yemen: estremo
meridionale della Penisola araba, bagnato dal Mar Rosso e dal Golfo di Aden.
Sulla cartina, lo Yemen è rosso; potesse, rossissimo. Mancanza di
sicurezza che, come sottolineato anche nel già citato articolo de L’Espresso,
si è acuita nell’ultimo anno e mezzo, tanto da costringere l’ambasciata
italiana a lasciare il Paese.
Un peccato vero, anche perché lo Yemen vanta ben tre siti
Unesco: l’antica città di Zabid, la città di Shibam e la capitale Sana’a.
Ecco, Sana’a. Da anni la capitale yemenita è entrata nel mio
immaginario. Forse la vidi per la prima volta in un documentario o qualcosa di
simile, alla “Turisti per caso”, e ne fui subito affascinato. Quelle mura
altissime nel mezzo del deserto, con quel sapore antico di una civiltà lontana.
Una cultura che è diversa e, tutto sommato, sconosciuta, ricca di orgoglio e
usanze per noi sorprendenti, assolutamente da scoprire. Anche perché ha molto
da dire: secondo gli archeologi, infatti, la valle che fa da culla alla città è
abitata sin dal periodo preistorico.
Storia millenaria e affascinante. Leggenda vuole che sia
stata fondata da Sem, filgio di Noè, come prima città dopo il diluvio. Gli
archivi, al contrario, fanno risalire la nascita al I secolo, per mano dei
Sabei (comunità di fedeli e religiosi della Siria settentrionale). E’ allora che fece la propria comparsa anche
il nome Sana’a.
Mi sono sempre detto che un giorno ci sarei stato, ma, ahimè, andarci è difficile, poco consigliabile e, dettaglio non da poco,
piuttosto costoso.
Allora non rimane che affidarsi alle letture e alle
fotografie. Viaggiare sì, ma con la mente. Su Sana’a e sullo Yemen in generale,
dal punto di vista turistico, non si è scritto poi molto. Complicato trovare
guide dettagliatissime o diari di viaggio, perlomeno recenti.
Ho fatto una minima ricerchina e ho tirato le modeste somme.
A noi, dunque, il piacere di scoprire le principali bellezze
della magica Sana’a.
LA CITTA' VECCHIA
Giusto per capirci: Lonely Planet la descrive come “One
of the most beautiful cities anywhere on Earth”.
Roba da chiudere tutto qui e non aggiungere altro.
Le mura racchiudono una fitta rete di
stradine strette e vivacissime, dominate dalle case-torri, vero simbolo della
città. Se ne contano circa quattordici mila. Non male. Tanto che si può
camminare e camminare senza incontrare un edificio moderno.
Questi tradizionali abitazioni si
sviluppano in verticale. Per questo sono state definite i “primi grattacieli
della storia”. Apparentemente simili tra loro all’esterno (color sabbia e decorazioni
dalle linee geometriche), come spesso accade nel mondo arabo, nascondo il
meglio all’interno. La struttura è ordinata e ripetitiva: al piano terra le
stalle e i magazzini; al primo piano le stanze del divertimento e
all’intrattenimento; al secondo piano gli spazi dedicati a donne e bambini; al
terzo le camere da letto, il bagno e la cucina; infine, sulla sommità, l’attico
(manzar) con il suo mafraj (letteralmente “stanza con la
vista”), da cui godersi il resto di Sana’a, solitamente attraverso le vetrate
colorate delle tradizionali finestre a forma di luna (qamariyas).
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Un esempio di casa-torre (foto dal web) |
LA
GRANDE MOSCHEA
A Sana’a ci sono più di cinquanta
moschee, e la Grande Moschea è, senza dubbio, la prima per sfarzo e
magnificenza (non a caso è Patrimonio UNESCO).
Ancora oggi è considerata uno dei
monumenti più significativi dell’intera Penisola araba e prepotente simbolo del
mondo musulmano. Per secoli, infatti, ha ospitato un’importante scuola
islamica, nonché, nell’annessa biblioteca, una delle collezioni più vaste e
celebri collezioni di manoscritti dello Yemen.
Edificata nel settimo secolo, è
tutt’oggi un esempio per qualità ed estensione di lavorazione lignea. Tanto
che, per conservarne le particolarità, il ministero yemenita ha affidato al
CCA, Centro di Conservazione Archeologica, la progettazione di un programma per
la protezione e la salvaguardia dei preziosi soffitti.
Solo uno dei tanti interventi che si
sono resi necessari nel tempo. La Grande Moschea, infatti, è stata più volte
“rimessa a nuovo”. La variegata architettura interna, caratterizzata da un
cortile di 80x60 metri per la preghiera e stanze decorate con vari materiali di
differenti colori, richiede particolare cura e devozione.
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La Grande Moschea, questa volta dall'interno (foto dal web) |
Dunque, lavori su lavori. Che, spesso,
riservano inaspettate sorprese. Come nel 1972, quando, lavorando sugli
intonaci, alcuni archeologi scoprirono una rara raccolta di manoscritti. Ciò
che è ancor più incredibile, è che non si resero conto della fortuna
capitatagli: misero i documenti in sacchi per patate e li lasciarono lungo le
scale di uno dei minareti. Pensa te…
SOUQ
AL-MILH
Non può passare di certo sottotraccia,
al contrario, il Souq Al-Milh: caotico e caleidoscopico “distretto commerciale”
di Sana’a. In pratica, un’intera zona dedicata al commercio. Ci si può trovare
di tutto: dal cibo ai telefonini, dagli oggetti più disparati a…Boh; fate voi.
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Il Souq Al-Mihl: cuore pulsante di San'a (foto dal web) |
Non è collocabile in un edificio
piuttosto che in un altro. Ogni souq (mercato
di corporazione) ha il suo angolo. Nel mezzo, il mercato qat, frenetico a dir poco, soprattutto all’ora di pranzo.
Tra i souq più intriganti, sicuramente
quello delle spezie: ancora oggi, infatti, si possono vedere i cammelli che
girano in tondo, con paraocchi, e azionano la macina che, schiacciando i semi
di sesamo, regala il tipico olio.
Commercio, affari, compra-vendi, ma non
solo: il Souq Al-Milh è pura vita yemenita. Gli edifici, meravigliosi, sono un’impeccabile
cartolina della città, e nell’aria risuonano gli antichi rumori della cultura
locale.
Insomma, ho voluto darvi, e darmi, solo un assaggio di ciò che questa città potrebbe regalare. Di sicuro, c'è molto, ma davvero molto, di più. Chissà che, un giorno, non lo si possa verificare di persona...
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