Inimmaginabile quarto posto, pari punti con la Lazio.
Fantastico.
Sono bastati 25 minuti per capire che il Sassuolo è una
squadra in netta difficoltà; solo 5 per rendersi conto che l’Atalanta ha
approcciato il match nel modo giusto.
I neroverdi, resi mediocri dai tanti infortuni e dal
dispendioso impegno europeo, hanno cercato di imporre alla partita un ritmo
basso e cadenzato. La Dea si è adeguata, ma non passivamente:
controllo palla, accelerate improvvise e decisive, tranquillità difensiva.
Due formazioni in situazioni opposte. Anche mentalmente. Proprio “vuoti” i ragazzi di casa; presenti ed efficaci gli uomini di Gasperini. A cui è stato sufficiente schierare una squadra quadrata e rodata. Ormai, ed è una sensazione piacevolissima, i nerazzurri sanno perfettamente come muoversi e cosa fare.
Due formazioni in situazioni opposte. Anche mentalmente. Proprio “vuoti” i ragazzi di casa; presenti ed efficaci gli uomini di Gasperini. A cui è stato sufficiente schierare una squadra quadrata e rodata. Ormai, ed è una sensazione piacevolissima, i nerazzurri sanno perfettamente come muoversi e cosa fare.
Non è servito il pressing forsennato visto con l’Inter. Anche trotterellando, da subito padroni del match. Tanti calci d’angolo, fraseggi in mezzo al
campo, tocco e passaggio, inserimenti senza palla. Senza alcun affanno, perché,
come detto, il Sassuolo era a corto di fiato. E se mancano le gambe, anche la
lucidità viene meno. Berisha, infatti, ha passato una prima mezz’ora di
completa tranquillità.
Mattia Caldara: fenomenale, anche in attacco (foto dal web) |
Il veloce uno-due che ha segnato il pomeriggio ha legittimato la superiorità orobica. Se il gol di Gomez è figlio di
un’azione caparbia e ficcante, quello di Caldara, sempre sontuoso, ha messo in
vetrina il tasso qualitativo di questa Atalanta.
Piedi buoni, giovani e sempre più raffinati. Dimostra Conti.
Probabilmente, un anno fa, il numero 24 non avrebbe mai segnato quella reta.
L’avrebbe sparata in curva. Ma il tempo passa, il lavoro paga e le vittorie
danno tanta sicurezza.
E il laterale non avrebbe potuto colpire in un momento
migliore. Dopo i due schiaffi, infatti, i romagnoli, avevano dato segni di
reazione. Più d’orgoglio e dignità che di tecnica e ragionamento. Tanto era
bastato, però, per spaventare Berisha. La paura per traversa di Defrel è
stata cancellata dal 3 a 0 che ha smorzato i ritrovati entusiasmi casalinghi,
comunque piuttosto flebili.
Fine primo tempo. E, in pratica, game over. I tanti tifosi
bergamaschi giunti al Mapei Stadium, più chiassosi dei “colleghi” locali, si
sono goduti una ripresa di pura amministrazione. Sì, la bella traversa di
Politano, il maggiore equilibrio e il dubbioso intervento di Berisha su Defrel, ma nulla più. Tutto preventivabile.
La testa era già colma di “pensieri post novantesimo”:
dolci, esaltanti, incredibili. E come dargli torto? Quarta vittoria in fila, 22
punti: più di metà strada è già alle spalle. Quasi magia.
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