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domenica 6 novembre 2016

"Lì dove osano le Aquile": l'Atalanta non si ferma più


Inimmaginabile quarto posto, pari punti con la Lazio. Fantastico.

Sono bastati 25 minuti per capire che il Sassuolo è una squadra in netta difficoltà; solo 5 per rendersi conto che l’Atalanta ha approcciato il match nel modo giusto.

I neroverdi, resi mediocri dai tanti infortuni e dal dispendioso impegno europeo, hanno cercato di imporre alla partita un ritmo basso e cadenzato. La Dea si è adeguata, ma non passivamente: controllo palla, accelerate improvvise e decisive, tranquillità difensiva.

Due formazioni in situazioni opposte. Anche mentalmente. Proprio “vuoti” i ragazzi di casa; presenti ed efficaci gli uomini di Gasperini. A cui è stato sufficiente schierare una squadra quadrata e rodata. Ormai, ed è una sensazione piacevolissima, i nerazzurri sanno perfettamente come muoversi e cosa fare.

Non è servito il pressing forsennato visto con l’Inter. Anche trotterellando, da subito padroni del match. Tanti calci d’angolo, fraseggi in mezzo al campo, tocco e passaggio, inserimenti senza palla. Senza alcun affanno, perché, come detto, il Sassuolo era a corto di fiato. E se mancano le gambe, anche la lucidità viene meno. Berisha, infatti, ha passato una prima mezz’ora di completa tranquillità. 

Mattia Caldara: fenomenale, anche in attacco (foto dal web)
Il veloce uno-due che ha segnato il pomeriggio ha legittimato la superiorità orobica. Se il gol di Gomez è figlio di un’azione caparbia e ficcante, quello di Caldara, sempre sontuoso, ha messo in vetrina il tasso qualitativo di questa Atalanta.

Piedi buoni, giovani e sempre più raffinati. Dimostra Conti. Probabilmente, un anno fa, il numero 24 non avrebbe mai segnato quella reta. L’avrebbe sparata in curva. Ma il tempo passa, il lavoro paga e le vittorie danno tanta sicurezza.

E il laterale non avrebbe potuto colpire in un momento migliore. Dopo i due schiaffi, infatti, i romagnoli, avevano dato segni di reazione. Più d’orgoglio e dignità che di tecnica e ragionamento. Tanto era bastato, però, per spaventare Berisha. La paura per traversa di Defrel è stata cancellata dal 3 a 0 che ha smorzato i ritrovati entusiasmi casalinghi, comunque piuttosto flebili.

Fine primo tempo. E, in pratica, game over. I tanti tifosi bergamaschi giunti al Mapei Stadium, più chiassosi dei “colleghi” locali, si sono goduti una ripresa di pura amministrazione. Sì, la bella traversa di Politano, il maggiore equilibrio e il dubbioso intervento di Berisha su Defrel, ma nulla più. Tutto preventivabile. 

La testa era già colma di “pensieri post novantesimo”: dolci, esaltanti, incredibili. E come dargli torto? Quarta vittoria in fila, 22 punti: più di metà strada è già alle spalle. Quasi magia.

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