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martedì 30 agosto 2016

Toscana, Lucca e dintorni: visita alla cantina della Fattoria Sardi Giustiniani


Se hai qualche giorno libero da dedicare alla vacanza, quella "totale", senza gite o gitarelle, visite a musei o frenetiche passeggiate da una parte all’altra di una città, meglio scegliere una meta che ti ispiri fiducia e ti infonda calma e relax.

Nel mio caso: mare, buon cibo, silenzio, natura… Insomma, un po’ di bella e sana vita.

Poco tempo a disposizione; una tre giorni o poco più. Quindi, arrivando dal nord-ovest Italia, logico puntare su Toscana o Liguria. Scelta difficile: entrambe belle e intriganti, anche perché diverse tra loro. Ma il mio cuore è sempre stato più toscano: spiagge libere, la cordialità e la genuinità che solo questa regione ti sa regalare. Senza contare che, nella la settimana dal 22 al 29, con una ricerca last-minute, la Liguria era a dir poco inaccessibile. Almeno per le mie desolate tasche.

Quindi macchina e via: verso Parma, passi da Fidenza, su e giù sulla Cisa, l’Aurelia ed eccoci arrivati. Tre orette per arrivare a Massa. Ci sono le cave e le industrie, fortunatamente “lavorate ai fianchi” dal mare e dai monti. Una zona che non avevo mai visto. Solo nota, per il blasone del marmo e delle vicine mete turistiche.

Senza entrare nel dettaglio di ciò che ho fatto lì, delle spiagge ecc.., va subito detto che, se vi trovate da quelle parti, una scampagnata sulle strade del buon vino è dovere. Come un po’ ovunque in Toscana. Forse questa zona non è la più rinomata a tal proposito, ma, credetemi (e io di vino, modestamente, non ne capisco nulla), qualità comunque altissima.

Le terre attorno a Lucca, una quarantina di chilometri da Massa, sono ricche di vigneti e aziende agricole. Alcune delle quali organizzano visite guidate all’interno delle proprietà: bella occasione per non limitarsi alla semplice bottiglia (che va sempre bene eh) in un ristorante.

Basta una veloce ricerca web per trovare l’azienda azzeccata, perlomeno per me: Fattoria Sardi Giustiniani. 

Il logo della Fattoria Sardi

Già dal sito e dall’appeal, risulta moderna, accattivante, legata alle tradizioni ma innovativa, vanto locale dal respiro internazionale. Soprattutto (non perdiamo il filo del discorso) possibilità di visite alle cantine. Prenotarsi e facilissimo: spazio apposito direttamente on-line o, come ha fatto il sottoscritto, a voce, al termine di una semplice chiamata informativa. Vengono organizzati tour ogni giorno, dalle 11 alle 18 (il sabato su prenotazione), in italiano o inglese: accoglienza, descrizione della tenuta, delle vigne e assaggio finale con annessa spiegazione. Il tutto in un’oretta e mezza, a 15 euro per persona. Ottimo. (informazioni che trovate direttamente sul sito)

Inutile dire che, già al momento dell’arrivo, si è catturati dal paesaggio: verde ovunque, la splendida tenuta, l’uva, le colline, il sole…. Ah la Toscana.

Oggi si è in cinque, e io sono l’unico italiano. Il vantaggio di scegliere la visita in inglese sta anche nel notare, una volta di più, come vi siano milioni di turisti, provenienti da ogni parte del mondo, vogliosi di conoscere le nostre primizie. Tralasciando il fatto che, ovviamente, sull’argomento siano mille volte più preparati di me.

Si comincia il giro. Prima tappa, le vigne. Lunghi filari che salgono sino al resort (un agriturismo che, di sicuro, non dovrebbe deludere), perfetto punto di partenza e scenario per iniziare a conoscere meglio la storia dell’azienda: un’eredità antica, custodita con passione e sapienza dai discendenti della stessa famiglia. Il che, a me, fa sempre tanto Italia e amore per la nostra terra.

Arrivo in un momento di calma. Ma ben presto qui il lavoro sarà frenetico. Nel momento della vendemmia, il personale si moltiplica.

Parte delle vigne (durante la visita ho seguito le spiegazioni senza scattare foto, quindi l'ho presa dal web)

Ecco l’uva. Una produzione all’avanguardia quella della cantina Sardi Giustiniani: oltre al vino normale, una grande passione (con sforzi annessi) per il biologico. Quindi zero solfiti, zero prodotti chimici, raccolta a mano, lavorazione particolare e, per mio grande stupore, mancanza di irrigazione. Bio significa anche dover aspettare la pioggia. Sennò nulla. Ma la zona qui è fortunata: il terreno, per la vicinanza del mare, è ricco di acqua. Quindi questo tipo di coltivazione è “più fattibile”. Il che non toglie che sia una scelta non facile. Bisogna voler, e saper, rispettare la propria terra. Nella sezione del sito web chiamata “la vigna e i suoi ritmi”, la perfetta spiegazione di ciò che rappresenta questa filosofia. Ecco un piccolo passaggio esemplificativo: “Il nostro obiettivo è di fare vini di terroir. Il terroir per noi significa produrre vini dove il suolo, il clima e le tradizioni sono riconoscibili dal consumatore finale. Per questo bisogna creare un legame tra le vigne e l’ambiente che lo circonda.  Da qui la decisione di produrre vini rispettando i tempi e le armonie della natura”.

Tutto chiaro no? Ah, piccola chicca che ho imparato: vengono piantate rose all’inizio di ogni ogni filare. Niente a che fare con lo sfarzo o la decorazione. I fiori, infatti, fungono da "indicatori": se stanno bene, la terra è pulita e tutto funzione; in caso contrario, meglio dare una controllata. Metodo furbo, funzionale e curioso.

Si passa alla cantina vera e propria. Quella delle barrique e della fermentazione. Che non è troppo lunga, almeno per il biologico, perché, vista la mancanza di solfiti e altri prodotti, tutti i tempi si riducono. Tanto per farsi capire: non potete “farvi grossi” conservando una bottiglia di vino bio sperando che, dopo anni, acquisti gusto e valore. Va bevuta nel breve-medio periodo. Altrimenti, aceto nel migliore dei casi.

Spiegazione completa e spazio per eventuali domande. Non sono argomenti facili o da dare per scontati. Perché dietro c’è una scienza e come tale va studiata. I dettagli tecnici e più specifici (il tipo di legno, le dimensioni delle botti, la quantità d’ossigeno nelle botti e così via…) sono forse difficili da comprendere se non si è del settore, almeno da meri appassionati, ma risultano comunque interessanti e coinvolgenti. 
 

La cantina, dettaglio (immagine dal web)


Si lascia il gradevolissimo clima delle cantine e si ripassa per il cortile; direzione sala degustazioni. Diciamocelo chiaro: ciò che tutti aspettano.

Anche qui, nulla lasciato al caso: sala elegante ma non troppo formale, tavolo apparecchiato per gli ospiti, bottiglie in vista e, giustamente appesi alle pareti, i riconoscimenti ricevuti dall’azienda.

Comincia l’assaggio. Vini serviti uno a uno, da assaporare durante la descrizione, per cercare di capirli e apprezzarli fino in fondo. Tra un crostino di pane, ovviamente sciapo, con paté di olive e una chiacchiera con gli altri ospiti. Il tavolo, il vino, le diverse origini: è normale che la conversazione prenda via via piede. E la formula del tour la favorisce: non ci sono ritmi serrati e, anzi, si cerca di stimolare la convivialità sin da subito. Tra un po’ di imbarazzo (esagerazione) e reticenza, è forse normale che solo davanti a un buon bicchiere si riesca a cavar qualche parola dalla bocca. Attenzione, non vorrei si travisasse: non è che si comincia a sbevacchiare come non ci fosse un domani (anche se non sarebbe idea peregrina)…

Il rosé, vero fiore all’occhiello della produzione; il rosso bio Valle Buia; Sebastiano, rosso e bio pure lui; il bianco: un susseguirsi di sapori e profumi. Che velo dico a fare: tutto buonissimo. 

La produzione della fattoria (immagine dal web)

Il degno finale di un’ora e mezza di puro piacere e interesse. Perfetto preambolo per una serata, magari con stuzzicante cena annessa, a una serata passata con una delle bottiglie acquistate a fine tour. 


INFORMAZIONI SULLA FATTORIA SARDI GIUSTINIANI: 

Indirizzo:  Via della Maulina, 747, 55100 LUCCA (Italy)



Contatti:  

Tel: +39 0583 341230
Mail: fattoriasardi@gmail.com
sito web: www.fattoriasardi.com
Social network: facebook @fattoriasardigiustiniani
                         twitter: @fattoriaSG
                         instagram: @fattoriasardi
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