“È un giorno importante. Vogliamo
riportare la bicicletta come mezzo di turismo e non solo di trasporto” : così
Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha espresso la
propria soddisfazione per l’approvazione del protocollo che porterà alla
progettazione e alla realizzazione di oltre 1500 chilometri di ciclovie
turistiche nazionali.
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(immagine da www.mit.gov.it) |
Sul taccuino, quattro percorsi pensati per consentire agli amanti della bicicletta di viaggiare in tutta comodità e sicurezza: 680 chilometri lungo il Po, da Venezia a Torino (la “VenTo”); altri 300 chilometri da Verona a Firenze (“Ciclovia del Sole”); i 500 chilometri dell’ “Acquedotto Pugliese”; infine, il Grande Raccordo Anulare per Biciclette, o semplicemente "Grab", che contornerà la Capitale.
Una grande notizia per gli appassionati
delle due ruote a pedali, che in Italia godono di sfondi e territori
meravigliosi, ma non di strade all'altezza. Anzi. Un cambio di
tendenza che, però, segna anche un forte scossone anche dal punto di vista
mentale. O, perlomeno, questo è quello che vorrebbe Delrio: “È passato un messaggio culturale della
necessità di una rete di ciclovie nazionali e prevediamo tempi di realizzazione
rapidi, con apertura dei cantieri nel 2017 e operatività nel 2018”.
Un paio di anni dunque: ci può stare.
Il giusto tempo, se rispettato, per prepararsi al meglio alla nuova svolta
ecologica. Fondamentale anche per dareulteriore spinta a un settore del nostro turismo che,
fortunatamente, è in forte espansione. Sostenibili, green-friendly, divertenti,
adatte a tutti: le vacanze in in sella muovono un giro d’affari di oltre tre
miliardi (fonte La Stampa) e garantiscono
tanti posti di lavoro. “Non stiamo facendo annunci ma realizzando cose
concrete. Ora dobbiamo valorizzare tutto il territorio nazionale e credere in
forme di turismo diverse da quello tradizionale”: parole del ministro dei Beni
Culturali Dario Franceschini, che ha collaborato alla realizzazione del piano.
Speriamo, quindi, che non sia uno dei
tanti proclami gridati al vento. I disegni delle ciclovie ci sono, i progetti
sono stati elaborati da tempo e i rappresentati delle Regioni coinvolte hanno fatto il loro: salvo sorprese, tutto dovrebbe
proseguire senza intoppi. Il che, in Italia, sarebbe una chicca.
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