Non è la prima volta che vedo una brutta Atalanta in questa
stagione. Ci sono state altre occasioni, soprattutto nell’ultimo periodo, in
cui i neroazzurri si sono espressi male, senza ritmo e personalità. Però c’era
la sensazione che fossero performance negative figlie di un momento
circoscritto. Insomma, la squadra c’era e una quadratura tattica pure. Poca
brillantezza, tutto qui.
Contro il Frosinone, al Matusa, in uno scontro che vale
molto più di tre punti, le stonature sono state troppe. Ho visto una Dea con
poche idee e tante incomprensioni. Spesso i giocatori si sono ritrovati
col pallone nei piedi senza sapere che fare. Sul posto, alla disperata ricerca
di un compagno che si muovesse. Vanamente.
Come contro l’Inter, Reja ha deciso di puntare sul 3-5-2,
con Monachello e Papu punte. Rispetto alla gara di settimana scorsa, però,
Raimondi ha preso il posto di Conti e Migliaccio quello di Cigarini. E la
musica è cambiata. Tanto.
Il centrocampo non aveva un costruttore di gioco. Per
caratteristiche, si può dire che Kurtic, De Roon e Migliaccio siano giocatori simili:
incontristi più che registi; più muscoli e interdizione che aperture,
inserimenti e impostazione. Ed è un dato di fatto. Anche solo “sulla carta”,
formano una mediana poco propositiva. Il che ha portato spesso Gomez ad
abbassarsi per cercare palloni, spronare i compagni ad alzare il ritmo e aprire
il campo o verticalizzare. Papu ci ha provato, anche rischiando qualche
dribbling di troppo dove non avrebbe dovuto, e per questo va applaudito. Ma non
è compito suo dare il via alla manovra. Con Cigarini, perlomeno, ci sarebbe stato
un elemento in grade di dare, allo stesso tempo, ordine e fantasia all’intera
squadra. Con lui il centrocampo a tre può funzionare. E’ l’unico che può tirare
fuori il colpo di genio e lanciare la punta alle spalle della difesa avversaria
o cambiare lato con sventagliate di quaranta metri per le ali.
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Alejandro "Papu" Gomez: l'unico che prova ad accendere la luce |
Dall’altra parte c’era Raimondi (perdonatemi, ma ancora non capisco come possa essere in Serie A). Come noto, non
ha qualità, dribbling, fantasia, pericolosità offensiva e possibilità di
“entrare nel campo”. Per giunta, al Matusa gli è mancata pure la corsa. A sto
punto, meglio un Conti qualunque che, pur non essendo affidabilissimo e del
tutto maturo, almeno galoppa e non tira mai il fiato. La coppia Migliaccio-CR77
mi ha fatto davvero rabbrividire. Per come stanno messi, roba da serie B a dir tanto.
Sto spendendo tante parole sul centrocampo proprio perché convinto
che sia stato il vero punto debole atalantino. I tre centrali difensivi, tutto
sommato, se la sono cavata senza grossi affanni (anche perché il Frosinone è
poca roba). E l’attacco ha avuto, oggettivamente, pochi palloni veramente
sfruttabili. Ciò non toglie che Monachello debba crescere molto. Davvero molto.
Tutte critiche che, oltre al fatto di essere ovviamente
personali, sperano di essere da sprone per squadra, allenatore e società (come
se le leggessero tra l’altro…). Perché è un momento cruciale della stagione e,
complici gli infortuni e le scelte di mercato, in entrata e in uscita, i
neroazzurri stanno sprecando l’opportunità di giocare con quella serenità e
sicurezza che il buonissimo avvio di campionato ha dato loro.
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