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lunedì 26 settembre 2016

Crotone - Atalanta: la Dea in scioltezza, ma c'è molto da lavorare...


Causa forza maggiore non ero ancora riuscito a vedermi un singolo minuto di Atalanta. E, sentendo un po’ gli amici e vedendo i risultati, non mi ero perso nulla; anzi… Il posticipo mi ha dato l’occasione di godermi un po’ di nerazzurri. Che poi “godermi” è un parolone: di lunedì, contro il Crotone, stadio neutro. Vabbè, meglio di nulla.

Petagna: bene la sua prima da titolare (foto dal web)
Ma l’inizio gara ha ribaltato le mie aspettative: 40” e Petagna, scelto a sorpresa al posto di Pinilla e Paloschi, si beve un avversario e serve in mezzo per Kurtic che, però, spreca. Altri 2’ e lo stesso Petagnone se ne va da panzer incontenibile ancora a Ferrari e la piazza d’interno battendo Cordaz. Che partenza: 1-0 in scioltezza.

Brava la punta, pessima la difesa rossoblu. E, dunque, ti aspetti che la Dea cominci a comandare il gioco senza problemi e così via. Invece no, perché nella bruttezza generale di un match giocato da squadre in evidente confusione tattica, tutto rimane in equilibrio, con i calabresi che, senza far nulla di che, reagiscono (sterilissimi).

Masiello: per me, il migliore (foto dal web)
L’ Atalanta sonnecchia, anche perché emergono le evidente lacune strutturali della squadra di Gasperini: l’unico difensore che sembra nel pieno delle sue facoltà mentali è Masiello, mentre Toloi e Zukanovic spazzano, svirgolano, tappano i buchi come possono e lasciano molti dubbi; il centrocampo manca di qualità, perché Kessie ha il futuro dalla sua, è potente e perfetto negli inserimenti, ma non ha la mente da regista, mentre Freuler e Kurtic sono sempre sottotraccia, così come Konko e Dramè; l’attacco va a sprazzi, con Gomez che vaga in cerca di una posizione, rifugiandosi spesso nella tanto amata fascia destra, mentre Petagna combatte e si fa vedere con continuità. 

Piccoli-grandi nodi difficili da sciogliere. Per fortuna dall’altra parte c’è un undici che ne ha altrettanti, se non di più. Ed è per questo che continuo a strabuzzare gli occhi davanti a tal scempio. Spesso e volentieri, infatti, si vedono cose da campetto amatoriale: tutti alla ricerca della palla, ruoli fluttuanti, zero idee, reparti che cozzano tra loro. Gli errori tecnici, dovuti al basso livello delle contendenti, risulta l’ultimo dei problemi.

Come detto, però, il Crotone è messo addirittura peggio dell’Atalanta. E lo dimostra la facilità con cui i bergamaschi creano, dal nulla tattico, occasioni gol importanti. Tutto nasce, o quasi, dal semplice fatto che il Papu, pur alla ricerca del suo posto al solo, con quei piedi può scherzare con chiunque degli avversari. Quindi la chance del palo di Kessie e della ribattuta di Gomez salvata sulla riga, quindi un paio di conclusioni da fuori e, infine, la bordata dello stesso numero dieci atalantino per il clamoroso e roboante 3-0. Di mezzo, infatti, la boiata di Cordaz in uscita che aveva regalato il raddoppio a firma Kurtic.

Insomma, senza fare un bel nulla di eclatante, e con tutti le pecche già elencate, Atalanta davanti di tre reti all’intervallo. Bah.

Risultato di ampio vantaggio che prelude a una seconda frazione di sbadigli e gestione. E, in sostanza, così è, nonostante l’espulsione (sacrosanta) di Kessie che avrebbe potuto riaprire un pochino i giochi (il gol di Simy arriva solo all'84° e l'assalto finale crotonese è di pura disperazione). Ma non ha cambiato nulla. Anzi, mi ha confermato che: l’Atalanta è poca roba e deve lavorare tanto; il Crotone è un squadra improponibile a certi livelli.

Quindi a testa bassa, perché domenica arriva il Napoli.

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