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mercoledì 17 febbraio 2016

Budapest, giorno 1: il primo incontro

Budapest si presenta di grigio vestita. Un'aria più impiegatizia che da gala. Non mi aspettavo altro. In valigia ho messo un maglione, non una camicia di lino bianco.                                      

Si respira un sapore di altri tempi,quasi si riavvolgesse un nastro in bianco e nero: aria plumbea, industrie, nessun colore, quotidianità poco sgargiante. La moneta è, ormai stranamente, differente; la lingua è lontana e dà pochi appigli: sensazione di essere lontani da casa e dal conosciuto, come poche volte prima.

Ma più ti addentri e più si fa luce. Strade trafficate e di parigina fisionomia nascondono architetture sorprendenti e timidamente nascoste. Due vie bastano per capire che la città ha vissuto gioie e dolori, estasi culturali e tragiche parentesi. Ha storia. E questo basta per addormentarsi con la mente curiosa.

Non amo fotografare e non ne sarei in grado. Dunque, è presa da internet

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