Forse è troppo presto per tirare bilanci definitivi. Anzi, è
assolutamente troppo presto. Però vabbè, giusto per divertirsi.
Dopo sei o sette partite non si può stabilire quali
matricole siano già stelle, quali bidoni ecc… Non è né bianco né nero. Siamo ancora
in quel grigio in cui tutto può accadere. Ma è proprio in quel grigio che
possiamo sguazzare e azzardare giudizi senza curarci tanto delle conseguenze.
Tutta sta manfrina, che ha un senso ma anche no, per dire
che cercherò di analizzare (parolone), molto brevemente, queste prime
apparizioni dei rookie 2015/2016. Cominciando dal fatto che sembra un’annata
ottima o giù di lì. Prospetti interessanti, da scoprire e godersi, aspettando
che, col tempo, trovino la propria dimensione.
E per fare una cosa fatta per benino, spenderò poche righe
per ognuna delle prime dieci scelte dell’ultimo draft. Rigorosamente in
ordine 'di chiamata'. Dunque, non è una classifica.
1. KARL-ANTHONY TOWNS (14.8 pts, 8.8 reb)
Pacche sulle spalle e strette di mano energiche tra chi aveva
indicato il prodotto di Kentucky come il futuro 'Rookie Of the Year'. In effetti,
le previsioni sembrano azzeccate. Mi metto pure io nella schiera dei facili
profeti. Ho sempre creduto nel lungo di Minnesota, anche se non avrei mai
pensato che potesse avere tale impatto sin da subito. Sta confermando le
qualità mostrate al college, con maturità e sagacia. Bene bene.
2. D’ANGELO RUSSELL (10 pts, 2.8 reb, 2.2 ast)
Ed è un bene per lui che stia scrivendo ora, sabato 7
novembre alle ore 10,24. Perché solo questa notte ha dato decisi segnali di
vita. I 16 punti contro i Nets (prima vittoria Lakers) sono importanti e
incoraggianti, anche perché accompagnati, finalmente, da qualche giocata di
talento. Giusto per ricordarci che razza di prospetto sia l’ex Ohio. Sta
faticando, e non poco, anche perché la situazione gialloviola è quella che
sappiamo e perché è costretto a snaturarsi: gli si chiede di essere un mezzo
play e costruttore di gioco, ma la realtà è che quello non è il suo compito.
Sarebbe un terrificante realizzatore, ma nei Lakers, ora come ora, non c’è
spazio per poterlo dimostrare.
3. JAHLIL OKAFOR (19.8 pts, 5.6 reb)
Se c’è qualcuno che può soffiare il titolo di ROY a Towns,
quello è, per il momento, Jahlil Okafor. Anche perché, forse, sta facendo
addirittura meglio. E’ come se il fatto di non essere stato scelto come primo,
ma nemmeno come secondo, gli abbia dato quella spinta in più. “Io sono il
migliore e ve lo voglio dimostrare”. Con Noel forma una coppia di assoluto
rispetto e splendente futuro. Peccato che attorno abbiano il deserto. Detto
questo, offensivamente è mostruoso (ha meno range di Towns, ma si sapeva),
mentre sotto il suo canestro dormicchia un po’. Se riuscisse ad alzare il
livello anche in difesa, sarebbe già una mezza stella.
4. KRISTAPS PORZINGIS (12.3 pts, 8.3 reb)
4. KRISTAPS PORZINGIS (12.3 pts, 8.3 reb)
Lo ammetto: mi piace davvero tanto. Quando vedo un lungo
europeo fare tutte queste cose, mi sciolgo. Tira, passa, palleggia, schiaccia,
piglia rimbalzo, stoppa… Dall’alto dei suoi 210 e passa centimetri, senza un
filo di muscolo che sia uno. In attacco sa fare tutto o quasi, in difesa,
invece, non è impeccabile. Non solo per mancanza di tonnellaggio (le
sportellate in post non sono il suo pane), ma anche per qualche ingenuità
tattica, di posizione. Ma molle non è! Assolutamente no! Sono pecche tipiche di
chi ha quell’età e un talento spropositato nell’altra metà campo. Dai che a New
York, alla fine, non è andata così male…
Last 2 NYK rookies w/ 40+ Pts & 30+ Reb through 1st 4 games: Kristaps Porzingis & Patrick Ewing. (via @EliasSports) pic.twitter.com/Qb8GXLnQSd
— SportsCenter (@SportsCenter) 5 Novembre 2015
5. MARIO HEZONJA (3.8 pts, 1 reb)
E’ partito forte al debutto, poi è un po’ calato. Nulla di
che; la normalità. Anche perché i minuti a disposizione non sono tantissimi e
Orlando è una squadra che ancora deve trovare la propria natura. I Magic sono
giovani, atletici e imprevedibili. Proprio per questo, il croato potrebbe aver
trovato la sua dimensione ideale. A patto che capisca il suo ruolo attuale,
sfruttando al meglio il minutaggio che gli dà Skiles. Sul potenziale, nulla da
eccepire.
6. WILLIE CAULEY-STEIN (7.2 pts, 6.7 reb)
Textbook stuff. Mario Hezonja gets around the screen & lets go of the jumper on #NBALeaguePass! #NBAGIF pic.twitter.com/XN6r9QaBt3
— NBA Draft (@NBADraft) 4 Novembre 2015
6. WILLIE CAULEY-STEIN (7.2 pts, 6.7 reb)
Non ho mai avuto dubbi su WCS: è un giocatore solido e, per
certi versi, ‘facile da capire’. E’ un rimbalzista, super atleta, stoppatore e
rim protector. Non mi aspettavo, e nemmeno chiedevo, altro. Sta facendo il suo
(e bene), a prescindere dal fatto che ci sia o meno Cousins al suo fianco. Il
fatto che Karl lo preferisca, almeno in quintetto, a Koufos, ci dice già
qualcosina.
9. FRANK KAMINSKY (2.8 pts, 1.4 reb)
7. EMMANUEL MUDIAY (11.8 pts, 4 reb, 5.7 ast)
E’ un play atipico, moderno; insomma, non è un play. O
meglio, è più simile a un Westbrook che a un Nash. Perde tanti palloni e non
dispensa centinaia di assist, ma si prende un sacco di tiri ed è un eccellente
attaccante. Rispetto a Russell (leggi sopra), però, mi sembra un giocatore più
completo e ‘bilanciato’. In difesa, poi, si lascia guardare, almeno quando deve
mettici il fisico. Mia sensazione: più facile che arrivi una serata da 30 punti
piuttosto che una da 15 assist.
Mudiay counters with his own slick dime! @nuggets take their largest lead of the game (7) on @NBATV #NBARapidReplay https://t.co/bScx7zSBsX
— NBA (@NBA) 4 Novembre 2015
8. STANLEY JOHNSON (6 pts, 4.2 reb)
E’ il mio cavallo, da sempre. Detroit vola e lui ci mette il
suo. Brilla meno di altri, ma il suo tabellino va sempre letto dall’inizio alla
fine. Magari non segna 20 punti e cattura 10 rimbalzi, ma fa un po’ di tutto.
Esce dalla panchina e gioca una ventina scarsa di minuti, in cui non
ruba il palcoscenico, ma dà prova di conoscere il Gioco e di capirlo.
Arriveranno anche cifre più sostanziose. Detto questo, sono ovviamente di
parte, anche perché l’ho fortemente voluto al FantasyNBA.
9. FRANK KAMINSKY (2.8 pts, 1.4 reb)
Eh, povero Frank. L’eroe recente della NCAA sta faticando a
imporsi anche al ‘piano di sopra’ (che è un’espressione trita e ritrita, ma mi
è sempre piaciuta). A Charlotte gioca poco ed è impantanato nei meandri di una
squadra che, ancora una volta, pare in balia degli eventi. E sul suo impatto
nella Lega, beh, i dubbi non sono mai mancati. Certo è che vedere lui in panca,
e gente come Hawes in campo, fa davvero male. Caro Cifford, dai fiducia al Tank!
#hornets rookie Frank Kaminsky with his first NBA bucket. TRE ALL DAY!! https://t.co/KFZLOt3zHx
— Hive Talk Live (@HiveTalkLive) 31 Ottobre 2015
10. JUSTISE WINSLOW (6.8 pts, 4.8 reb, 1.3 ast)
Sulla carta, è il ‘furto dell’anno’. E col tempo lo
dimostrerà. Perché è un giocatore poco appariscente, quindi non incline alle
sparate da 20 punti ecc., ma un perfetto interprete del suo ruolo. E’
equilibrato, forte fisicamente, intelligente. Da ottimo difensore, deve ancora
capire al meglio i meccanismi della NBA prima di potersi esprimere al massimo.
Quando li farà suoi (non ci metterà troppo) sarà preziosissimo e amato.
Heat rookie Justise Winslow let it be known this summer that he's not worried about filling anyone's shoes. pic.twitter.com/ZkESWs0Pep
— NBA on ESPN (@ESPNNBA) 31 Ottobre 2015
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