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venerdì 27 novembre 2015

Butto lì le prime pagelle di questa stagione NBA - Southeast Division

E’ passato poco dall’inizio di questa stagione. Un mese circa: nulla se pensiamo a quanto dura quella dolce maratona detta NBA. Tuttavia, siamo in quel momento in cui è possibile tirare i primi bilanci, acerbi ma non troppo, e renderci conto di quali squadre stanno deludendo, quali convincendo e quali, infine, devono cambiare rotta per non buttar via l’annata.

Ripeto: una quindicina di partite è poco, ma anche sufficiente per farsi un’idea. Cercherò, dunque, di analizzare Division per Division l’andamento delle varie franchigie, dando un voto (valutazione stupida e limitante, ma facile e immediata) a ciascuna e indicando quale giocatore sta rispettando(o addirittura superandole) le aspettative e quale, invece, le sta deludendo.

Ok? Ci siamo? Tutto molto semplice direi. 


Appuntamenti precedenti: 

Atlantic Division

SOUTHEAST DIVISION


 

Miami Heat, voto 7.5


Difesa arcigna e attacco quadrato, senza tanti fronzoli o ghirigori: questo il succo dei Miami Heat versione 2015/2016. Una squadra che vuole dimenticare la fallimentare stagione dello scorso anno e, sin qui, ce la sta facendo alla grande.

Il quintetto è di altissimo livello, e si sapeva. In più, eccoti qualche bella sorpresa con Winslow, efficace sempre più, e Tyler Johnson, uomo perfetto per dare un po’ di imprevedibilità a un attacco che, spesso, rimane troppo confinato negli schemi.

La strada è lunga, ma, rispetto agli albori dell’annata, si sono già visti passi avanti. Sperando che gli infortuni non facciano di nuovo capolino, i playoff sono più che una possibilità.

Top: Chris Bosh – Alle spalle la brutta vicenda che l’ha tenuto fermo l’anno scorso, il veterano è tornato più forte che mai. A questo punto della sua carriera, non ha punti deboli: forte in post, continuo nel tiro da fuori, solido in difesa e attento al gioco. Con questo Whiteside (un altro “top”) a presidiare il pitturato, può anche non dannarsi troppo a sgomitare a rimbalzo.  

Flop: Goran Dragic – Altro uomo che ho al FantasyNBA e che, ahimè, sta stentando. Giochicchia benino, ma questo non basta per giustificarne il contrattone e, soprattutto, per fare fede all’enorme talento che lo contraddistingue. Lo sloveno deve cambiare marcia. 




Charlotte Hornets, voto 7+


Partenza a rilento che ha fatto pensare alla solita annata da mani nei capelli. Poi, il risveglio e una constante risalita, all’insegna anche del buon gioco.

Coach Clifford, appena rinnovato, ha aspettato i nuovi arrivati e li ha inseriti bene nel progetto, nel rispetto delle loro caratteristiche. Dunque, accanto agli insostituibili Kemba Walker e Al Jefferson, spazio a Batum tuttofare (e con maggiori responsabilità offensive rispetto a Portland) e alle scorribande di Jeremy Lin e Jeremy Lamb, preziose cartucce in uscita dalla panchina.

Dai che Michael Jordan, forse, è finalmente riuscito a costruire qualcosa di decente.

Top: Nicolas Batum – Reduce dalla peggiore annata della sua storia, almeno a livello statistico, il francese si sta riprendendo con gli interessi. Alla solita efficacia difensiva, ha aggiunto una pericolosità in attacco che ci eravamo dimenticati avesse. Più volte migliore della settimana a Est, è di nuovo un elemento di grande spessore. 

Flop: Spencer Hawes – Come Clifford possa ancora preferirlo a Kaminsky, non riesco proprio a spiegarmelo. Almeno Frank è giovane e da testare; Hawes, invece, è sempre se stesso: inutile in difesa, avulso dal gioco e aggrappato a quel tiro da tre che, oltretutto, non entra mai. Bah.

 

Atlanta Hawks, voto 7-


I troppi e inaspettati passi falsi dell’ultimo periodo mi hanno lasciato un po’ di dubbi. Su una squadra che, prima, mi stava convincendo.

Perché, comunque, prestazioni e qualità del gioco erano di ottimo livello, nonostante la necessità di sostituire un elemento fondamentale come DeMarre Carroll. Bazemore, in questo, è stato, un po’ a sorpresa, molto bravo.

La mancanza di Teague per qualche match, ahimè, ha fatto riemergere le fragilità di un gruppo che funziona al 100% solo se al completo. Senza il play, qualcosa si è inceppato. Senza nulla togliere a Schroder e rendendo spesso vane le ottime cifre del prezioso duo Millsap-Horford.

Ora Teague è tornato e tutto andrà di nuovo a posto, si spera, ma ancora manca quel qualcosa per essere davvero super competitivi fino in fondo.

Top: Paul Millsap – Insieme a Horford fa ammattire i lunghi avversari, perché vaga per il campo senza dare punti di riferimento alle difese e ricoprendo qualsiasi ruolo. Efficace tanto nel pitturato quanto fuori. Passa, tira e porta palla senza alcuna difficoltà. In più, quest’anno mi sembra ancora più energico.

Flop: Tiago Splitter – Giusto perché mi aspetto un po’ più di presenza a rimbalzo e di minutaggio. Budenholzer, per ora, gli dà giusto un quarto d’ora o poco più.


 

Washington Wizards, voto 5.5


Buona partenza, con un Beal da applausi. Poi, con il #3 ai box, tanto per cambiare, brusco rallentamento, non solo nei risultati. Una squadra speso molle e lenta, che non riesce a sfruttare al meglio ciò che un giocatore come Wall potrebbe darle: velocità, imprevedibilità, ritmo.

Difende malaccio e attacca con poche idee, soprattutto se si deve affidare alla panchina, poco incisiva in ogni spot. Manca, in più, un leader riconosciuto che sappia alzare la voce. Wall è una stella, ma il carisma che dava Pierce nella passata stagione è insostituibile.

Ora è tornato Beal (chissà poi per quanto): la speranza dei capitolini è che l’inerzia possa girare ancora una volta. Anche perché quest’anno a Est si corre molto di più e non c’è tempo da perdere.

Top: Bradley Beal – Nelle 9 partite giocate, è sembrato quell’attaccante terrificante che tutti conoscono e aspettano tra un infortunio e l’altro. Più di 20 punti di media e il 42% da tre. Dovesse trovare continuità, sarebbe la chiave dell’anno dei Wizards.

Flop: Nene – Continua a sembrare il cugino lontano di quello che era. Gortat non splende, dunque avrebbe l’opportunità di scalare le gerarchie, ma stenta e si limita al compitino. Peraltro, senza entusiasmare.

 

 

Orlando Magic, voto 6.5


Allenatore nuovo, squadra giovane e annata da affrontare day-by-day. Per ora, con discreti risultati.

La franchigia della Florida non è una squadra facile da affrontare, perché zeppa di atleti e talenti in grado di accendersi all’improvviso e azzeccare la serata da 20 punti come nulla fosse. D’altro canto, non hanno nemmeno l’esperienza e la coesione necessaria per mantenersi sempre su alti standard. 

Sa tanto di stagione di transizione, in attesa di capire cosa riserverà il domani. Ciò non significa, e lo testimoniano le prestazioni sul campo, che non si stia cercando di fare qualcosa di sorprendente già ora. Per i playoff sarà dura; non per un risultato dignitosissimo.

Top: Evan Fournier – Una delle più grandi sorprese di quest’inizio stagione: miglior realizzatore di squadra, tiratore pericoloso dall’arco e, in generale, arma offensiva di assoluto livello. Rispetto agli anni scorsi, un altro giocatore. 

Flop: Shabazz Napier – Era una scommessa. Ha anche imbroccato un paio di partite ottime, ma ancora non si capisce se possa essere un vero fattore. Qualcosa in più di quando era Miami o Minnesota, ma il minutaggio rimane bassino e le cifre pure.  

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