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mercoledì 25 novembre 2015

Butto lì le prime pagelle di questa stagione NBA - Central Division


E’ passato poco dall’inizio di questa stagione. Un mese circa: nulla se pensiamo a quanto dura quella dolce maratona detta NBA. Tuttavia, siamo in quel momento in cui è possibile tirare i primi bilanci, acerbi ma non troppo, e renderci conto di quali squadre stanno deludendo, quali convincendo e quali, infine, devono cambiare rotta per non buttar via l’annata.

Ripeto: una quindicina di partite è poco, ma anche sufficiente per farsi un’idea. Cercherò, dunque, di analizzare Division per Division l’andamento delle varie franchigie, dando un voto (valutazione stupida e limitante, ma facile e immediata) a ciascuna e indicando quale giocatore sta rispettando(o addirittura superandole) le aspettative e quale, invece, le sta deludendo.

Ok? Ci siamo? Tutto molto semplice direi. 


Appuntamenti precedenti: 
 
Atlantic Division

CENTRAL DIVISION

 

Cleveland Cavaliers, voto 7.5


Il record è buono e il primo posto nella Conference è giusto, però ci si aspettava qualcosa in più. Non tanto a livello di risultati, quanto di cattiveria e concretezza. Troppe partite chiuse soffrendo e affidandosi a LBJ, senza dare quella sensazione di controllo che una pretendente al titolo dovrebbe/vorrebbe avere. Detto questo, va sempre sottolineato che si è sempre in attesa dei rientri di Irving e Shumpert. Anche perché, finalmente, Love gioca alla grande.

Top: LeBron James - Beh, ovviamente. Manco sto a dirvi il perché.

Flop: Anderson Varejao - Rientrante dopo un lungo infortunio, avrebbe dovuto allungare le rotazioni dei lunghi. Lo sta facendo, ma solo perché ogni tanto scende in campo. A livello di surplus, quasi nullo.

 

Chicago Bulls, voto 6.5


La squadra è la stessa della passata stagione, ma l’allenatore è nuovo. Giusto, dunque, che si debba dare qualche attenuante a questi "nuovi Tori". Hoiberg ha portato un po’ di vivacità e spettacolo, soprattutto in attacco, ma questi Bulls ancora non convincono. Sembrano sempre incompiuti. Manca quel passettino per diventare uno squadrone. Intendiamoci: a Est sono, comunque, tanta roba. Però boh, ancora non danno quella sensazione di solidità e "presenza di spirito". Sarà che gli infortuni non mancano mai e Rose c’è e non c’è; sarà che, forse, serve tempo per imparare un gioco nuovo.

Top: Jimmy Butler - E’ lui il vero leader di franchigia. Con Rose spesso ai box o sottotono, il #21 si prende l’onere, che è anche un onore, di essere il faro della manovra. Viste le qualità, sia in difesa che in attacco.

 Flop: Nikola Mirotic - Più che una vera bocciatura, una provocazione. Ha talento da vendere e personalità per farlo valere. Ce ne siamo accorti nella scorsa stagione. Dunque, mi aspetto più costanza e concretezza.





Indiana Pacers, voto 7


Inizio stentato, poi la risalita. Accelerata che ha nome e cognome: Paul George. Da quando la stella #13 ha ricominciato a decidere le gare da solo, i Pacers sono risaliti in Conference e cominciano a sperare nei playoff. Non sono una squadra fatta e finita: Hill è buono ma non sarà mai un play puro, il talento offensivo dei lunghi è pari a zero (tolto Myles Turner) e gli esterni vanno a fiammate. Ne rimane una squadra con una punta e tanti comprimari, capace, comunque, di difendere forte e rimanere ‘sul pezzo’ con chiunque. Il gioco non è dei più spumeggianti, va detto, ma ci si può lavorare.

Top: Paul George - Sembra addirittura meglio di quel giocatore stupendo pre-infortunio. Una delizia per gli occhi.

Flop: Monta Ellis - Potenzialmente, un secondo violino offensivo di primissimo livello. La sua aggiunta, in teoria, dovrebbe garantire una ventina di punti a partita e tanta pericolosità. Peccato, però, che quel ‘in teoria’ non si sia ancora tradotto sul parquet.


 

Detroit Pistons, voto 7+


Partenza a razzo che ha sorpreso tutti. Poi, come naturale che fosse, un rallentamento. Le trasferte a Ovest, in particolare, non hanno dato buoni dividendi. Fatto sta che, comunque, la Detroit di questa prima parte di stagione rimane una bella sorpresa. Van Gundy sta tenendo fede alle promesse estive: gioco più veloce, dinamico e vario. Visti gli esterni a disposizione, fisici e duttili, un’ottima scelta. Mettici che Morris sta dimostrando di essere un ottimo giocatore anche lontano dal fratello e Caldwell-Pope ha trovato continuità... Le due stelle, comunque, rimangono Jackson e Drummond. In un modo o nell’altro, sono loro a decidere le sorti della squadra.

Top: Andre Drummond - Fantascienza i 20+20 di media della prime gare. Ha scritto pagine di storia e, nonostante il lievissimo calo nelle statistiche a rimbalzo, rimane il centro più dominante della Lega. Mostruoso.

Flop: Ersan Ilyasova - Lo sto osservando da vicino perché l’ho nel FantasyNBA. Ci speravo, perché si dovrebbe adattare benissimo all’idea di gioco di questi Pistons. Purtroppo, ha azzeccato tre o quattro partite. Ha tutto per rendersi molto più determinante.





Milwaukee Bucks, voto 5,5


Insufficienza sì, ma lieve, solo perché siamo all’inizio e sono giovani. Questo, però, non deve rimanere un eterno alibi, soprattutto se arrivi da una stagione ottima e sei accreditato di essere un gruppo con buonissime ambizioni (almeno di playoff). Troppe sconfitte contro squadre inferiori e la sensazione di aver fatto un piccolo passo indietro rispetto all’anno scorso. E sì che non è cambiato molto, se non in meglio: l’arrivo di Monroe (che tatticamente ha spostato nulla) e il rientro di Jabari Parker (che può essere solo un vantaggio). Jason Kidd deve lavorare duro. C’è il rischio, anche se dubito, che i ragazzini l’abbiano presa un po’ a cuor leggero.

Top: Giannis Antetokounmpo - Viaggia su ottime cifre realizzative (oltre i 17) e dà il solito contributo sotto le plance (ma potrebbe fare qualcosina in più). In estate ha lavorato tanto sul tiro da tre e si vede, anche solo per i miglioramenti nella meccanica. Tutto sommato, sta facendo il suo.

Flop: Khris Middleton - Mi aspettavo molto di più. E penso di non essere l’unico. Ha finito il 2014/2015 alla grande e, in sostanza, da leader della squadra. Per ora, ahimè, rimane il cugino di quel giocatore.


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