Dieci giorni in Portogallo. In una parte di Portogallo meno
conosciuta, meno battuta: a sud della Lisbona da scoprire in un weekend full-immersion e a nord del celeberrimo Algarve da vivere cavalcando l’onda giusta.
Grandola e dintorni (verso la costa), regione di Alentejo: una terra di mezzo
fatta di 40 km di spiaggia e paesaggi che fanno sognare e rilassare. Il caos è
lontano anni luce, la frenesia è sconosciuta e il ‘vivere lentamente’ la fa da
padrone. Con i suoi pregi e i suoi difetti, per un popolo che fatica a rialzarsi,
schiacciato da una crisi senza fine e abbandonato dai suoi giovani, desiderosi
– e forse costretti – di volare altrove per cercare fortuna.
Vissuto da turista, è un territorio magico, dove assaporare
ogni momento come fosse il più importante della giornata. E poco importa se si
sta faccia a faccia con l’Oceano o seduto a bersi del Beirao al baretto del
paese.
Ok, ok, wait... Stento a riconoscermi. Ho scritto cose vere che ribadirei per l’eternità, ma pare
un post più adatto a una brochure turistica.
Quindi, bando le sviolinate al
sapor di malinconia, ecco le 10 cose che porto con me di questa vacanza:
1- Se pensi di arrivare in Portogallo e “Vabbè, parlo
italiano, ci infilo qualche parola di spagnolo e via” stai fresco: non va così
la faccenda. Non capirai una mazza e viceversa, o quasi.
2- La fascia 20-30 anni non esiste. La popolazione è questa:
bambini, teenager, non pervenuto, non pervenuto, quarantenni e vecchi. O sono nelle grandi città a studiare o lavorare, o hanno salutato il loro Paese e si giocano le proprie carte all'estero.
3 – Ovunque tu vada, dal più rinomato locale (ovviamente non
ci sono stato) al ristorantello balordo, non beccherai
mai una cottura sbagliata e mangerai da Dio. Anche con pochi spicci. E ti beccherai sempre riso e patatine fritte come contorno. Lacrime di nostalgia.
4- Ragazzi, le portoghesi non sono belle. Cioè, parliamoci
chiaro: sarò stato sfortunato, sarà che ero in una zona poco popolosa e senza
molta gioventù, ma, su dieci ragazze, due sono decenti e una sola è bellina. Forse
il più grosso SIGH! della vacanza.
P.S. Questo era un commento in pieno
“Italiano che va in vacanza pensando di (poter) combinare chissachè”.
5- Paesi, città, villaggetti ecc. sono dominati da bar e
banche. In Portogallo si naviga a vista, ma ogni quindici metri c’è una banca, una
cassa di risparmio o simili. E i bar, beh, sono uno fianco all’altro. Non so
che conclusione socio-antropo-blabla-logica potrei ricavarne, ma è così.
6 – Il turista medio, nel periodo fine settembre/inizio
ottobre, ha un conto in banca che vale metà Alentejo (ovviamente escluso il
sottoscritto). In spiaggia con camicia bianca, pantalone pastello, mocassino e
quell’aria da perenne Croisette di Cannes che crea un’atmosfera unica tanto 'evve moscia' da ricco ricco. Per fortuna, non da arricchito.
7 – Il Mediterraneo è il Mediterraneo, ma l’Oceano ha un
fascino tutto suo. E’ fresco o freddo, mossino o molto mosso. Fare il bagno è
possibile, ma se raggiungi i quindici minuti in acqua sei Qualcuno. Detto questo, dà una
sensazione particolare, diversa. Già solo il fatto di essere Oceano ti rimanda
all’infinito, all’immenso. Di là, all’orizzonte, non c’è nessuno. L’ America sì,
ma molto, molto in là.
E la sabbia... Una delle cose più odiose del
mare, a mio avviso, è la sabbia fine fine che scotta e ti si appiccica con il
Super Attak ovunque. Sulla costa Alentejana no: è granulosa al punto giusto,
non annoia, non scotta, si fa gli affaracci suoi e non te ne ritrovi una duna
intera nella doccia quando ti levi il costume.
8 – Le strade, a parte le principali, somigliano al cinema
dinamico di Gardaland o a uno di quei giochini a gettoni fuori dai supermercati
(tipo macchinine che suonano e fanno avanti e indietro). Le radici degli alberi
si stanno riprendendo il loro spazio, rendendo l’asfalto un flipper e costringendoti a fare lo slalom tra quella buca lì e l’avvallamento un po’ più in
là. Va da sé che non ci sia mezza moto in giro. Consiglio: piazzatevi nel mezzo
della carreggiata il più possibile.
9 – Se noleggiate un’auto o avete la vostra, munitevi di
mp3, ipod, chiavetta usb, vinile, grammofono e qualsiasi aggeggio con cui poter
ascoltare la vostra musica. O passerete tutto il viaggio a saltare di stazione
in stazione, tra le solite cinque o sei emittenti che hanno segnale e che
alternano tamarrate oscene, pop nemmeno così nuovo, musica tipica lusitana e le
hit in inglese dei cantanti locali: non benissimo.
10- E se per caso avete a disposizione una tv, e decidete di
accenderla perché, giustamente, è curioso vedersi qualcosa di ‘loro’ (in sto
periodo: tg sulle elezioni – votate Jeronimo il comunista – un ‘Ok il prezzo è
giusto’ che più trash non si può e tante telenovelas , tipo “A Unica Mulher”,
che spacca!) non stupitevi se vi ritrovate sommersi da venti minuti di
pubblicità senza interruzione. Non ve ne capaciterete e vi chiederete se sia
tutto un incubo o una bolla spazio temporale. Non preoccupatevi, lì fanno così:
poche interruzioni nel programma, ma una vagonata di spot tra uno e l’altro.
Ovviamente queste sono le prime dieci cose che mi sono venute
in mente. Ce ne sarebbero molte altre. Ed è chiaro che chiunque può smentire o
confermare, magari proprio perché ha avuto la fortuna di vivere quel
territorio. E perché no, in tal caso, potreste anche aggiungere i vostri
ricordi. Spazio a tutti.
E comunque, Obrigadissimo Portugal, ma davvero tanto.
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