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venerdì 2 ottobre 2015

"Obrigadissimo Alentejo": le 10 cose che porto con me della vacanza in Portogallo

Dieci giorni in Portogallo. In una parte di Portogallo meno conosciuta, meno battuta: a sud della Lisbona da scoprire in un weekend full-immersion e a nord del celeberrimo Algarve da vivere cavalcando l’onda giusta.

Grandola e dintorni (verso la costa), regione di Alentejo: una terra di mezzo fatta di 40 km di spiaggia e paesaggi che fanno sognare e rilassare. Il caos è lontano anni luce, la frenesia è sconosciuta e il ‘vivere lentamente’ la fa da padrone. Con i suoi pregi e i suoi difetti, per un popolo che fatica a rialzarsi, schiacciato da una crisi senza fine e abbandonato dai suoi giovani, desiderosi – e forse costretti – di volare altrove per cercare fortuna.

Vissuto da turista, è un territorio magico, dove assaporare ogni momento come fosse il più importante della giornata. E poco importa se si sta faccia a faccia con l’Oceano o seduto a bersi del Beirao al baretto del paese.

Ok, ok, wait... Stento a riconoscermi. Ho scritto cose vere che ribadirei per l’eternità, ma pare un post più adatto a una brochure turistica. 

Quindi, bando le sviolinate al sapor di malinconia, ecco le 10 cose che porto con me di questa vacanza:

1- Se pensi di arrivare in Portogallo e “Vabbè, parlo italiano, ci infilo qualche parola di spagnolo e via” stai fresco: non va così la faccenda. Non capirai una mazza e viceversa, o quasi.

2- La fascia 20-30 anni non esiste. La popolazione è questa: bambini, teenager, non pervenuto, non pervenuto, quarantenni e vecchi. O sono nelle grandi città a studiare o lavorare, o hanno salutato il loro Paese e si giocano le proprie carte all'estero.

3 – Ovunque tu vada, dal più rinomato locale (ovviamente non ci sono stato) al ristorantello balordo, non beccherai mai una cottura sbagliata e mangerai da Dio. Anche con pochi spicci. E ti beccherai sempre riso e patatine fritte come contorno. Lacrime di nostalgia.

4- Ragazzi, le portoghesi non sono belle. Cioè, parliamoci chiaro: sarò stato sfortunato, sarà che ero in una zona poco popolosa e senza molta gioventù, ma, su dieci ragazze, due sono decenti e una sola è bellina. Forse il più grosso SIGH! della vacanza. 

P.S. Questo era un commento in pieno “Italiano che va in vacanza pensando di (poter) combinare chissachè”.

5- Paesi, città, villaggetti ecc. sono dominati da bar e banche. In Portogallo si naviga a vista, ma ogni quindici metri c’è una banca, una cassa di risparmio o simili. E i bar, beh, sono uno fianco all’altro. Non so che conclusione socio-antropo-blabla-logica potrei ricavarne, ma è così.

6 – Il turista medio, nel periodo fine settembre/inizio ottobre, ha un conto in banca che vale metà Alentejo (ovviamente escluso il sottoscritto). In spiaggia con camicia bianca, pantalone pastello, mocassino e quell’aria da perenne Croisette di Cannes che crea un’atmosfera unica tanto 'evve moscia' da ricco ricco. Per fortuna, non da arricchito. 

7 – Il Mediterraneo è il Mediterraneo, ma l’Oceano ha un fascino tutto suo. E’ fresco o freddo, mossino o molto mosso. Fare il bagno è possibile, ma se raggiungi i quindici minuti in acqua sei Qualcuno. Detto questo, dà una sensazione particolare, diversa. Già solo il fatto di essere Oceano ti rimanda all’infinito, all’immenso. Di là, all’orizzonte, non c’è nessuno. L’ America sì, ma molto, molto in là.
E la sabbia... Una delle cose più odiose del mare, a mio avviso, è la sabbia fine fine che scotta e ti si appiccica con il Super Attak ovunque. Sulla costa Alentejana no: è granulosa al punto giusto, non annoia, non scotta, si fa gli affaracci suoi e non te ne ritrovi una duna intera nella doccia quando ti levi il costume.

8 – Le strade, a parte le principali, somigliano al cinema dinamico di Gardaland o a uno di quei giochini a gettoni fuori dai supermercati (tipo macchinine che suonano e fanno avanti e indietro). Le radici degli alberi si stanno riprendendo il loro spazio, rendendo l’asfalto un flipper e costringendoti a fare lo slalom tra quella buca lì e l’avvallamento un po’ più in là. Va da sé che non ci sia mezza moto in giro. Consiglio: piazzatevi nel mezzo della carreggiata il più possibile.

9 – Se noleggiate un’auto o avete la vostra, munitevi di mp3, ipod, chiavetta usb, vinile, grammofono e qualsiasi aggeggio con cui poter ascoltare la vostra musica. O passerete tutto il viaggio a saltare di stazione in stazione, tra le solite cinque o sei emittenti che hanno segnale e che alternano tamarrate oscene, pop nemmeno così nuovo, musica tipica lusitana e le hit in inglese dei cantanti locali: non benissimo.

10- E se per caso avete a disposizione una tv, e decidete di accenderla perché, giustamente, è curioso vedersi qualcosa di ‘loro’ (in sto periodo: tg sulle elezioni – votate Jeronimo il comunista – un ‘Ok il prezzo è giusto’ che più trash non si può e tante telenovelas , tipo “A Unica Mulher”, che spacca!) non stupitevi se vi ritrovate sommersi da venti minuti di pubblicità senza interruzione. Non ve ne capaciterete e vi chiederete se sia tutto un incubo o una bolla spazio temporale. Non preoccupatevi, lì fanno così: poche interruzioni nel programma, ma una vagonata di spot tra uno e l’altro.


Ovviamente queste sono le prime dieci cose che mi sono venute in mente. Ce ne sarebbero molte altre. Ed è chiaro che chiunque può smentire o confermare, magari proprio perché ha avuto la fortuna di vivere quel territorio. E perché no, in tal caso, potreste anche aggiungere i vostri ricordi. Spazio a tutti.

E comunque, Obrigadissimo Portugal, ma davvero tanto.

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