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giovedì 3 settembre 2015

Eurobasket 2015 - I 'pezzi da novanta' del nostro girone: chi dobbiamo tenere d'occhio?


Ormai ci siamo: due giorni e sarà Eurobasket 2015. Finalmente.

L’Italia ci arriva con grandi aspettative e la consapevolezza di poter dir la sua. Non sarà facile e non bisogna montarsi la testa, ma le chances di fare bene ci sono. Magari la vittoria è ancora obiettivo azzardato, ma la qualificazione alle prossime Olimpiadi no.

La strada sarà in salita sin da subito. Il gruppo B, in cui gli Azzurri sono inseriti, è ritenuto da tutti il più equilibrato e complicato della competizione. A parte l’Islanda – guai a sottovalutare un avversario – le altre Nazionali sono forti, toste, blasonate e ambiziose: Spagna, Serbia, Turchia e Germania. Fate un po’ voi…

Di presentazioni dei gironi e dei vari team se ne sono viste a bizzeffe. Io non voglio proporvene l’ennesima (che sarebbe anche tardiva). Mi limiterò a indicarvi il ‘pezzo da novanta’ di ciascuna delle altre squadre del temutissimo raggruppamento B. Brevemente, “sottovoce, come piace a noi”.. (citazione da capire; sennò andate a cercarla!)


ISLANDA

Come accennato, gli unici che partono ‘dietro’ all’Italia. Non ci sono grandi nomi e talenti eccezionali. Il solo da tenere veramente d’occhio, perlomeno sulla carta, è Jon Stefansson.

Jon Stefansson
Nome noto a tutti gli appassionati di basket europeo, protagonista da anni in squadre di ottimo livello. Il 33enne nativo di Reykjavik non ha ancora squadra per il 2015, ma non tarderà a trovarla. Nel suo passato, anche una ‘toccata e fuga’ in NBA, coi Mavericks, prima di tornare da questa parte dell’Oceano e farsi apprezzare sui parquet italiani e spagnoli. L’abbiamo visto con le maglie di Napoli (vittoria della Coppa Italia nel 2006), Roma e Treviso. Ma è forse in Liga ACB che ha dato il meglio: Valencia, Granada, Saragozza e Malaga.

Guardia solida, ‘canonica’, con tiro, visione di gioco e buone doti offensive. Cecchino di striscia, capace di accendersi e spegnersi all’improvviso. In questa Nazionale, è sicuramente, il faro assoluto.


TURCHIA

Squadra con tanto talento, in tutti i ruoli. Gente che da anni dà del ‘tu’ all’Eurolega o dice la sua in NBA. Un buon mix di giovani e meno giovani, con picchi di qualità altissimi.

Non è facile individuare l’uomo chiave. Ma, dovendomi sbilanciare, direi Ersan Ilyasova.

Ersan Ilyasova

Il 28enne neo acquisto dei Detroit Pistons è un ‘quattro’ atipico NBA che può dominare i parquet continentali in lungo e in largo. Ha presenza fisica notevole (sempre in ottica europea), tecnica da vendere, tiro, ampia rosa di movimenti e voglia di emergere.


Da quando ha 15 anni veste la maglia della Nazionale turca. Fedelissimo ai suoi colori, non ha mai detto no alla convocazione. Talvolta, però, ha disatteso le aspettative. Il perchè ce l’ha fatto vedere nei suoi anni americani: classe cristallina ma troppa discontinuità.

Arriva a questo Europeo da nuovo ‘uomo-chiave’ dei Pistons, come l’ha definito Van Gundy, e questo potrebbe dargli quello ‘zing’ in più per alzare la voce.
Tatticamente può essere devastante (alla Gallinari diciamo), tecnicamente pure.


SPAGNA

Se la Francia è la vera favorita (almeno per gli addetti ai lavori) dell’intero lotto, la Spagna è seconda. Un roster pazzesco, senza punti deboli o giocatori di basso profilo.

Che invidia e che ammirazione. Sono fenomenali. E pensare che solo con gli assenti ci si potrebbero fare altri due o tre quintetti dominanti (qualche nome: Marc Gasol, Ibaka, Rubio, Navarro, Calderon….).

Beh, tant’è. Quelli che ci sono bastano per far sognare, ancora una volta, i tifosi iberici.

A capo delle ‘Furie Rosse’, ovviamente, Pau Gasol.

'Sua Maestà' Pau Gasol

Che dire di Pau? Ho sempre pensato che l’aggettivo che gli calzi a pennello sia quello spesso usato da Flavio Tranquillo: “principesco”. Perché, Pau, in effetti, è un Principe del basket. Anzi, dello sport.

Lo davano per bollito. E lui, a 35 anni, si è preso la sua rivincita. Con Chicago è tornato il Gasol che conoscevamo: immarcabile in attacco, grintoso e puntuale in difesa. Realizzatore, stoppatore, rimbalzista, passatore. Il tutto, dall’alto, ed è proprio il caso di dirlo, dei suoi 215 centimetri (uno in più, uno in meno) che, soprattutto in Europa, sono un fattore già di loro.

Oltre alla tecnica, ha anche la testa da leader. E pensare che possa ‘godere’ di una truppa di quel livello mi fa paura. Tutti ai suoi piedi.


GERMANIA

Di leggenda in leggenda.

La Germania è una di quelle squadre che non sai mai come descrivere. Stando ai nomi, nulla di che. Poi, appena te li trovi di fronte, capisci che sono dei ‘cagnacci’ che non molleranno mai nulla. Lavoro e applicazione; a testa bassa, senza sgarrare.

Ciò non vuol dire che non ci sia del talento puro. Pleiss, Schroder, il giovane Lo. Ma, ovviamente, tutto passa dalle mani sapienti e armoniose di Dirk Nowitzki

L'altro 'Re' del nostro girone: Dirk Nowitzki

Anche a 37 anni, Wunder Dirk rimane la stella indiscussa della squadra. Non potrebbe essere altrimenti.
A differenza di Gasol, la sua stagione non è stata super. Paga un po’ l’età, ma, se in giornata, mette tutti in fila. E anche se non ha i numeri dei giorni d’oro, la palla decisiva la dai a lui. Non esiste uomo al mondo di contrastare il suo fadeaway; figuriamoci in Europa. 
Ma Dirk non è solo quel tiro: carisma, visione di gioco, esperienza, malizia. In più, al contrario di quanto accade in NBA, può reggere anche fisicamente, ovviando allo scarso atletismo con i centimetri e le braccia lunghe.

Come per Pau: tutti ai suoi piedi. 


SERBIA

Finalisti ai Mondiali: impossibile non mettere i serbi di Djordjevic tra i papabili al titolo.
Hanno la ‘garra’ (in argentino; non so come si dice in serbo) di chi non molla mai e lascia sul campo anima e corpo. E non solo: classe e assoluta ‘competenza’.

Mostruosi pure loro eh: Teodosic, Bogdanovic, Kalinic, Nedovic… La stella, però, è Nemanja Bjelica.


Nemanja Bjelica

Chiariamo subito una cosa: è un giocatore che adoro, da sempre. E’ fresco di primo contratto NBA, con Minnesota, e tutto il mondo si è accorto del nativo di Belgrado. Ed era ora, anche perché è da anni che predica basket in giro per l’Europa.

L’ultima stagione l’ha consacrato. A livello di Eurolega, ormai, una certezza. E così dovrebbe essere anche a Berlino. Da ala, piccola o grande che sia, spaventa: tiro, rimbalzi, movimenti spalle a canestro ecc…. Ha tutto; inutile stare a dilungarsi. E lo sbarco in America gli darà ancor più convinzione dei propri mezzi.

Occhio a questo.  

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