Il Trofeo Tim se lo porta via il Milan. Conta? No, non conta
nulla, anche se rischia di essere l’unica coppa stagionale dei rossoneri. Ma è
calcio d’estate: va preso con le pinze e, soprattutto, non deve né esaltare né
abbattere. Ha detto bene Mancini nell’intervista al termine della sconfitta col
Sassuolo: “Se bisogna prendersela anche durante il Trofeo Tim….” (o qualcosa di
simile).
Cerchiamo, sempre con le ‘pinze in mano’ e le dovute
precauzioni, di individuare ciò che di più e meno buono hanno dimostrato le due
milanesi (con tutto il rispetto del Sassuolo, che ha fatto un’ottima figura),
al netto di condizione fisica precaria, formazioni rimaneggiate e stimoli zero.
MILAN:
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Carlos Bacca, premiato come migliore del triangolare |
Up – Sicuramente, Carlos Bacca. L’ex Siviglia si è
dimostrato in palla, da subito. Nel derby che ha aperto la manifestazione, ha
deciso il risultato con un gol e un assist. Entrambi belli, pregevoli e
meritevoli di un applauso. In più, un atteggiamento propositivo, battagliero e
trascinante. E’ una prima punta vera, concreta, essenziale e ‘da area di
rigore’, ma si dà da fare anche a trenta metri dalla porta, ripiegando, facendo
salire la squadra e partendo palla al piede anche da lontano.
Atteggiamento simile anche per Luiz Adriano. Ha
impressionato meno, molto meno, ma il sacrificio c’è stato, e Mihajlovic se ne
sarà accorto di sicuro. Il lavoro sporco delle punte è una delle prerogative
del gioco del serbo, e i due nuovi arrivi stanno seguendo con zelo le
indicazioni del tecnico. Speriamo lo facciano anche ‘quando conta’.
Down – Il buon Falgari, nel suo “Caro Galliani, investa sulcentrocampo!”, l’aveva detto: al Milan serve un rinforzo in mezzo al campo.
Ieri, la conferma.
Bertolacci, gol a parte, è sembrato ancora indietro, di
preparazione e ambientamento; Montolivo, nel ruolo che predilige, da regista, ha inventato poco e randellato tanto (tra i fischi); Bonaventura tenta di cantare e portare la
croce, ma non può fare tutto; Honda si è impegnato, ma ancora non convince; De
Jong è quello che è, e gli altri (Poli e Suso) non paiono così indispensabili.
Per dire, l’unico che si salva è Nocerino, che ha già le valigie pronte.
Non contando che tutto ciò si ripercuote sulla difesa, che,
di suo, ha grosse magagne da risolvere ( e non basta Romagnoli).
INTER:
Up – Mancini esce dal Mapei Stadium senza grandi sorrisi.
Buon per lui che non ci si giocasse nulla di ufficiale. Trovare note positive
non è facile.
Kondogbia ha dimostrato, a sprazzi, di avere fisico e tecnica per
dominare la mediana. Bisogna dargli tempo.
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Assane Gnoukouri: il migliore dell'Inter |
Il migliore è stato, forse,
Gnoukouri: giovane, in crescita, duttile e con tanta personalità. Se andasse avanti
così, potrebbe ritagliarsi molto spazio, anche a discapito di qualche nome
‘pesante’.
Down – Tanti i bocciati. Jovetic ed Hernanes (anche prima di farsi male) impalpabili, attaccanti
fuori forma, Handanovic balbettante, la difesa pure.
Ma, se proprio si deve trovare il difetto più
grande di questa Inter, direi l’apparente mancanza di una chiara idea tattica.
Mancini ha cominciato con Hernanes e Kovacic insieme, larghi. Il risultato è
stato pessimo: ‘Profeta’ che vagava senza meta e il croato che veniva a
cercarsi palla ovunque, pestando i piedi a compagni e dictat dell’allenatore.
E poi c’è quell’assetto difensivo che parla una lingua tutta sua. Buchi a
centrocampo, svarioni che danno i brividi (non che il Milan non li
abbia eh) e fasi di gioco in cui non si capisce chi debba stare dove. Alibi, solo parziale:
Miranda e Murillo devono conoscersi e imparare a convivere. Hanno esperienza e
classe, l’uno, e talento e fisico, l’altro. Basterà? Scalpitano Ranocchia (ma
meglio Miranda) e Juan Jesus che, sinceramente, da terzino nun se po’ vedè…
La sensazione, comunque, è che non sia tutta colpa dei due centrali, anzi. Tutti gli undici, in ripiegamento, peccano enormemente.
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