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Zenga e Cassano (foto da gazzetta.it) |
Per cominciare, non si può dire che la convivenza tra l’allenatore della Sampdoria, Walter Zenga, e Antonio Cassano, il “figliol prodigo” ritornato giusto ieri in “patria”, abbia delle solide basi. Il tecnico giramondo, infatti, si era opposto all’arrivo dell’ex attaccante del Parma, consapevole molto probabilmente delle difficoltà nella sua gestione e preoccupato dall’influenza che un giocatore così esuberante potrebbe avere sul resto dello spogliatoio. Quello che lui dovrebbe guidare. E la cosiddetta clausola “anticassanate” inserita nel contratto del barese, per quanto spacciata come deterrente contro i suoi comportamenti sopra le righe, a poco servirà, ammesso che effettivamente esista.
Tuttavia, l’elemento che forse più di tutti aveva indotto Zenga a bloccare il ritorno di Fantantonio a Genova è un altro: l’incompatibilità dei rispettivi caratteri. L’ex portiere, infatti, non le ha mai mandate a dire da giocatore, né tantomeno da allenatore, sia dalla panchina, sia durante le interviste di rito (memorabile il suo rimprovero in diretta tv al giornalista Rai, Enrico Varriale). Su Cassano, è inutile dilungarsi, considerata la risonanza delle sue “performance” passate. E’ sufficiente ricordare il motivo che lo portò alla separazione dalla stessa Sampdoria, ovvero gli insulti al compianto ex patron blucerchiato, Riccardo Garrone, che tanto lo aveva voluto in Liguria e che lo aveva quasi amato come un figlio.
Insomma le premesse sono tutt’altro che buone. E allo stato attuale, Zenga si trova in una posizione più debole e stressante, dopo l’eliminazione dai preliminari di Europa League. Quanto tempo passerà prima di sentire la notizia di uno scontro Zenga-Cassano? E soprattutto, chi la spunterà tra i due in quel caso, considerando il brutto inizio del tecnico e l’ammirazione di Ferrero per il barese? Non ci resta che aspettare e vedere chi lo mangerà il panettone, magari seduto su quella poltrona blucerchiata guardando Eddie Murphy e Dan Aykroyd accapigliarsi. A meno che, anche a Genova, non finisca con il lieto fine.
Tuttavia, l’elemento che forse più di tutti aveva indotto Zenga a bloccare il ritorno di Fantantonio a Genova è un altro: l’incompatibilità dei rispettivi caratteri. L’ex portiere, infatti, non le ha mai mandate a dire da giocatore, né tantomeno da allenatore, sia dalla panchina, sia durante le interviste di rito (memorabile il suo rimprovero in diretta tv al giornalista Rai, Enrico Varriale). Su Cassano, è inutile dilungarsi, considerata la risonanza delle sue “performance” passate. E’ sufficiente ricordare il motivo che lo portò alla separazione dalla stessa Sampdoria, ovvero gli insulti al compianto ex patron blucerchiato, Riccardo Garrone, che tanto lo aveva voluto in Liguria e che lo aveva quasi amato come un figlio.
Insomma le premesse sono tutt’altro che buone. E allo stato attuale, Zenga si trova in una posizione più debole e stressante, dopo l’eliminazione dai preliminari di Europa League. Quanto tempo passerà prima di sentire la notizia di uno scontro Zenga-Cassano? E soprattutto, chi la spunterà tra i due in quel caso, considerando il brutto inizio del tecnico e l’ammirazione di Ferrero per il barese? Non ci resta che aspettare e vedere chi lo mangerà il panettone, magari seduto su quella poltrona blucerchiata guardando Eddie Murphy e Dan Aykroyd accapigliarsi. A meno che, anche a Genova, non finisca con il lieto fine.
di @rizzamarco
che coppia! io pensavo che la scelta fosse tra uno dei due, vederli insieme secondo me è indizio di stagione negativa.
RispondiEliminaTu hai citato lo scontro con Varriale io mi ricordo quando Zenga disse a Palermo che voleva lottare per lo scudetto!