Alla fine hanno vinto gli Spurs. No, non quelli dei
Parker-Ginobili-Duncan-Leonard e compagnia cantante, ma quelli di Simmons e
Anderson. Soprattutto, quelli di Becky Hammon. Pop le ha dato fiducia, lei lo ha ripagato.
Ecco tabellino (qui quello completo) e film della partita:
PHOENIX SUNS – SAN ATONIO SPURS 90-93
Phoenix: James 32. Rimbalzi: Len 13. Assist: James 4.
San Antonio: Simmons 23. Rimbalzi: Davies 8. Assist: Anderson 4.
Phoenix: James 32. Rimbalzi: Len 13. Assist: James 4.
San Antonio: Simmons 23. Rimbalzi: Davies 8. Assist: Anderson 4.
Ci si aspettava un duello all’ultimo canestro tra Warren e
Booker da una parte e Anderson dall’altra. E invece, si sono presi i riflettori
Mike James e Jonathan Simmons.
La guardia dei Suns si è tenuta il meglio per la finale: 32
punti, 8 rimbalzi, 4 assist, 3 palle rubate e 1 stoppata, tirando con 10/18 dal
campo e 3/6 dall’arco. Partita pazzesca.
Mentre Booker (10 punti) e Warren (17) faticavano a ritrovare la verve delle scorse partite, il prodotto di Lamar, che l’NBA non l’ha mai nemmeno sfiorata (l’ultima stagione nel Baskonia), si è caricato sulle spalle i compagni e ha dato tutto.
Mentre Booker (10 punti) e Warren (17) faticavano a ritrovare la verve delle scorse partite, il prodotto di Lamar, che l’NBA non l’ha mai nemmeno sfiorata (l’ultima stagione nel Baskonia), si è caricato sulle spalle i compagni e ha dato tutto.
Il problema, non da poco, è che si è trovato di fronte una San Antonio organizzata, ordinata e ben messa in campo da coach Hammon.
Kyle Anderson, che è cestista intelligente, ha pensato più alla squadra che a se stesso. Ha segnato ‘solo’ 15 punti, ma ha preso 7 rimbalzi, distribuito 4 assist e dettato i tempi del gioco. Oltre a difendere forte. Ha avuto il piglio del leader, e non è da tutti.
A gonfiare la retina ci hanno pensato Treveon Graham e
Jonathan Simmons.
Graham, guardia da Virginia che nessuno ha voluto all’ultimo draft, ha tirato 7/11 dal campo e 3/4 da tre, totalizzando 22 punti. Anche tre palle rubate. Chissà che qualcuno non voglia dargli una chance per la prossima stagione.
IL MIGLIORE della finale, però, è stato Jonathan Simmons.
Mike James, forse, ha fatto meglio, ma è buona etichetta
dare la palma a un rappresentante della formazione vincitrice.
Non è partito in quintetto, ma non è una novità. In tutti e
sette i match di questa SL, è uscito dalla panca. Il che non sembra averlo ‘toccato’
più di tanto. Ha chiuso la kermesse con 17 punti, 4 rimbalzi e 3 assist di
media in poco meno di 25 minuti a partita. Insomma, essere nello starting five,
alla fin fine, serve giusto per le statistiche.
Ieri, in 24 minuti, 23 punti, 3 rimbalzi, 3 assist e 2 palle
rubate, con il 50% al tiro (7/14). Ha energia da vendere, fisicità invidiabile
e un’insaziabile voglia di volare sopra il ferro. Ha regalato un highlight dietro
l’altro: inchiodate in transizione, alley-oop e tutto il solito repertorio.
Il titolo di MVP della finale è suo. Giustamente. E’ texano (di Houston), ha 26 anni e ha passato le ultime stagioni a fare su e giù tra D-League e NBA, tra Austin Toros e Spurs. Non penso che questa SL gli possa regalare spazio nelle rotazioni di Pop. Ma un po’ più di considerazione, forse…
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