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mercoledì 15 luglio 2015

Summer League, day-11: frizzante duello tra Okafor e Porzingis; Vonleh rispolvera il suo talento


I risultati delle sei partite giocate ieri:

PORTLAND TRAIL BLAZERS – SAN ANTONIO SPURS 75-79
Portland: Vonleh 20. Rimbalzi: Vonleh 8. Assist: Frazier 8.
San Antonio: Anderson 19. Rimbalzi: Eddie 5. Assist: Davis 2.

WASHINGTON WIZARDS – DALLAS MAVERICKS 85-79
Washington: Famous 16. Rimbalzi: Famous 9. Assist: Machado 5.
Dallas: Powell 18. Rimbalzi: Tyler 10. Assist: Pangos 3.

BROOKLYN NETS – CHICAGO BULLS 87-86
Brooklyn: Boatright 21. Rimbalzi: Hollis-Jefferson 6. Assist; Brown 4.
Chicago: McDermott 19. Rimbalzi: Portis 10. Assist: Garrett 8.

NEW YORK KNICKS – PHILADELPHIA 76ers 84-81 dot
New York: Ndour 23. Rimbalzi: Ndour 6. Assist: Grant 5.
Philadelphia: Wilbekin 26. Rimbalzi: Kazemi 8. Assist: McConnell e Jackson 5.

MIAMI HEAT – BOSTON CELTICS 69-101
Miami: Whittington 18. Rimbalzi: Whittington 8. Assist: Richardson 4.
Boston: Thornton 21. Rimbalzi: Mickey 11. Assist: Rozier 7.

PHOENIX SUNS – UTAH JAZZ 91-82
Phoenix: Booker 18. Rimbalzi: Len 14. Assist: Booker 2.
Utah: Cotton 13. Rimbalzi: Johnson 9. Assist: Cotton 6.

Porzingis e Okafor, uno di fronte all’altro. Come è andata? Beh, hanno vinto i Knicks dopo un overtime. Concentrandoci solo sul duello, potremmo dire che ci ha spiegato perché il lettone può essere un’arma interessante. Gioca lontano da canestro nonostante l’altezza, portando i lunghi avversari a chilometri dal pitturato. E così è successo anche ieri, con Okafor costretto a seguirlo ben lontano dalla sua ‘zona di competenza’. Ha tiro, movimenti clamorosi e ottime doti da passatore.  
Rovescio della medaglia: più ci si avvicina alle plance e più fatica, non tanto per mancanza di talento specifico, ma per tonnellaggio. Normale che sia così. Lì vince Jahlil. Perché è più potente, oltre che tecnico e determinato.
Fermandoci alle cifre, Porzingis ha chiuso con soli 9 punti (3/5 dal campo), 3 rimbalzi, 3 assist e 3 stoppate in 21 minuti di gioco (anche 7 falli personali: aspetto su cui deve lavorare molto). Okafor, invece, ha segnato 18 punti, ma con un brutto 8/18 al tiro, e preso 6 rimbalzi in 30 minuti.


Knicks-Sixers, però, è stata vetrina anche per Maurice Ndour, ala da Ohio che ha piazzato lì una prestazioncina da 23 punti e 6 rimbalzi (10/15 al tiro in 28 minuti) e Scottie Wilbekin, top scorer del match con 26 punti (6/8 da tre) che fu undrafted nel 2014. Gli basterà per strappare un contratto?

Contratto che ha già Kyle Anderson, ala dei San Antonio Spurs. Nel suo anno da rookie ha faticato, e non poco, ma Popovich ha deciso di puntare su di lui. Sarà una delle alternative (ci sia aspetta qualche nuova aggiunta) a Danny Green. 
In stagione ha giocato solo 33 partite, con numeri che ne fotografano il ruolo da ‘comparsa’. Ma sa che il 2015-2016 potrebbe dargli l’occasione della svolta. Si sta preparando al meglio, e in questa SL sta rispolverando il suo talento: duttile, atletico, rapido e difensore più che discreto.
Ieri, contro Portland, 19 punti, 4 rimbalzi, 2 assist e 2 stoppate.

Prima di annunciare il migliore di giornata, un po’ di meritate menzioni: Ryan Boatright di Brooklyn (21 punti), Bobby Portis (doppia doppia sfiorata con 9 punti e 10 rimbalzi) e McDermott (19 punti) di Chicago, le ennesime ottime performances di Famous di Washington (16+9) e Whittington di Miami (18+8). Infine, il duo Booker-Len di Phoenix. Il prodotto di Kentucky ha chiuso con 18 punti, 6 rimbalzi e 2 assist, mentre il lungo con 8 punti ma ben 14 rimbalzi.

IL MIGLIORE, però, è stato Noah Vonleh dei Trail Blazers.

Il nuovo acquisto di Portland ha strappato un bel sorriso alla franchigia dell’Oregon, che su di lui ha puntato per non sentire la mancanza di Aldridge. L’ex Hornets ha chiuso il match con gli Spurs mettendo a referto 20 punti e 8 rimbalzi, con un buonissimo 6/10 dal campo (1/2 dall’arco e 7/8 ai liberi), confermando le buone cose mostrate contro i Mavs domenica (13 punti e 7 rimbalzi).

E’ un talento che a Charlotte non è mai esploso. Nella ‘Rip City’ dovrà giocarsi il posto con Ed Davis e Mason Plumlee, ma i segnali sono più che incoraggianti.

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